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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Urne ancora aperte in Spagna nel 2020

Se l’anno appena trascorso ha visto in Spagna ben cinque importanti appuntamenti elettorali, nel 2020 le elezioni regionali chiameranno ai seggi milioni di spagnoli. Pochi giorni fa i Paesi Baschi e la Galizia hanno annunciato elezioni anticipate per il 5 aprile: in quella data baschi e galiziani rinnoveranno i parlamenti delle due Comunità autonome.

Nel 2020 in Spagna in tre regioni si voterà in anticipo. Le Comunità sono Catalogna, Galizia e Paesi Baschi.

Nel 2019 gli spagnoli sono stati chiamati alle urne per numerose scadenze: il 28 aprile le  elezioni politiche legislative, ripetute poi il 10 novembre perché i partiti non riuscirono a trovare un accordo di governo. A maggio le elezioni amministrative, quelle “autonomiche” (regionali) e poi le europee.

La politica della Catalogna, ormai senza pace, scossa dalle spinte secessioniste, è costretta ad anticipare il voto per tentare di trovare un equilibrio politico. Non si conosce ancora una data, ma sarà sicuramente entro la fine della primavera o inizio estate.  

Le tre Comunità autonome chiamate a rinnovare il loro organo democratico decisionale sono molto importanti per l’equilibrio nazionale della Spagna. E il loro impatto è molto forte sugli spagnoli e su Madrid. L’esecutivo di Pedro Sánchez e Pablo Iglesias che formano la maggioranza di governo, formano in realtà una minoranza, aiutati da alcuni partiti catalani e baschi. Sánchez ha promesso un tavolo di dialogo con la Generalitat per trovare una soluzione al desiderio di indipendenza, ed evitare che il negoziato degeneri nello scontro sociale, come sta avvenendo al 2017. Tuttavia  anche i Paesi Baschi, dove la richiesta  per l’indipendenza è stata per quasi cinquant’anni segnata dalla lotta armata terroristica, avanzeranno richieste. Per questo gli equilibri politici di Barcellona e Bilbao sono strettamente legati con il palazzo della Moncloa.