• (+34) 655-445-885
  • mail@lucavaccari.com
  • Lun – Ven: 9:00–18:00
  • Avda Amado Granell Mesado, 75 - 5M | 46013 - Valencia (Spagna)

Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Luca Vaccari ci parla di dinamiche aziendali e delle capacità d’imprenditoria nella Comunità Valenciana 

​«A seguito della crisi, il numero delle aziende della Comunità Valenciana tra il 2009 e il 2015 si sono ridott del 9,7%, rispetto al calo del 6,9%  nel resto della Spagna. Il più alto numero di chisura delle aziende nella regione Valenciana è spiegato dalla predominanza del settore delle costruzioni.

«Nel 2015, sia la Comunità Valenciana che la Spagna ha registrato un aumento delle aziende e ciò riflette una chiara tendenza per la ripresa economica. Esaminando la regione Valenciana il numero di aziende ha registrato una crescita annuale del 2,6%, superiore al 2,2% registrato nella media spagnola.

«Il ramo aziendale che si è espanso di più è l’attività delle biblioteche, musei e cultura (24,4%), seguiti da servizi d’informazioni (17,4%). Quest’ultimo gode del minore indice di specializzazione nel ramo dei servizi che è il settore con il contributo più basso al VAB nel 2014, con il 2,6%. Altri rami che si sono notevolmente ampliati sono la raccolta, la depurazione e la distribuzione dell’acqua (16,5%) e attività amministrative (9,7%)», spiega Luca Vaccari.

«D’altra parte, la diminuzione degli affari derivati della contrazione economica ha interessato con maggiore intensità i settori di ricerca e sviluppo (–14,9%) e costruzione di edifici (–9,2%), in linea con la riduzione del suo contributo al VAB di 3,4 punti nel 2014. Nel primo caso, la diminuzione dei ricavi è collegata con le restrizioni di budget cui fa fronta il settore pubblico per lo sviluppo di azioni che favoriscano la ripresa, mentre nel secondo caso è legato alla maggiore sensibilità del settore in un contesto di restrizioni sull’accesso al credito e alla leva finanziaria», conclude Luca Vaccari.

Imprenditorialità e prospettive a medio termine

«Uno dei fattori che più guidano l’attività imprenditoriale e lo sviluppo economico è la capacità imprenditoriale dei suoi abitanti. Ad analizzare questo aspetto nella Comunità Valenciana viene utilizzato il rapporto economico sull’imprenditorialità globale Monitor (GEM). L’indice di attività imprenditoriale consente di visualizzare la posizione della Comunità Valenciana in materia di’imprenditoria per quanto riguarda la Spagna e le sue altre comunità.

«La crisi economica ha costretto la riduzione dell’indice di attività imprenditoriale in tutte le regioni spagnole, ad eccezione delle Isole Baleari. Nella Spagna nel suo insieme, la contrazione è stata del 36,0%, sebbene si osservi un’enorme dispersione tra le regioni spagnole. Le comunità autonome che hanno sofferto di più in questo caso sono i Paesi Baschi (62,6%) e la Castilla y León (57,9%), regioni con gli indici più bassi nel 2013 (rispettivamente 3,0% e 3,7%). La Comunità Valenciana ha affrontato nel migliore modo rispeto ad altre regioni spagnole la diminuzione dell’imprenditorialità con un calo del 23,3%.Nel 2013, l’indice dell’attività imprenditoriale è stato di 5,5 punti, essendo quindi la sesta regione di Spagna con la maggiore attività imprenditoriale. In il confronto con il 2007, la Comunità Valenciana è avanzata di due posizioni nella classifica delle comunità spagnole, anche se il loro indice d’imprenditoriale è inferiore rispetto al 2012 (5,8 punti). Tuttavia, tutte le regioni spagnole sono ancora lontane dall’indice di attività imprenditoriale medio europeo (8,0 punti», spiega Luca Vaccari.

«Per conoscere l’intensità imprenditoriale si deve analizzare la motivazione che spinge a creare un’impresa.

L’imprenditorialità “per opportunità” è rimasto ai primi posti in tutte le regioni spagnole, benché la crisi abbia causato un aumento di iniziative imprenditoriali motivate dalla necessità.

In particolare, la Comunità Valenciana è la terza regione spagnola in cui l’imprenditorialità per necessità è alla base della struttura imprenditoriale (31,7%), quando nel totale del Paese è al 29,2%. Questo comportamento si può spiegare con la difficoltà di trovare un lavoro autonomo in un contesto di grande perdita di lavoro.

Afinchè il tasso d’imprenditorialità nella Comunità Valenciana aumenti, è necessario progettare misure economiche che stimolino la cultura d’impresa, rafforzando gli aspetti che migliorano la creazione di aziende e la correzione di quelle che può ostacolare tale processo», aggiunge Luca Vaccari.

«Un altro aspetto da considerare è il grado d’innovazione delle società di nuova creazione, un fattore che rappresenta un vantaggio rispetto ad società nazionali e internazionali.

Secondo il parere dei clienti delle società valenciane e del resto della Spagna, i prodotti e i servizi offerti dalle società di nuova costituzione della regioen non sono innovativi.

Nel 2013, il 69,1% delle società di recente creazione nella regioen valenciana non hanno innovato. Anche così, il progressivo avanzamento della Comunità verso le aziende più forti nella tecnologia, significherà la trasformazione del modello produttivo valenciano. Tuttavia, sebbene la sua evoluzione sia stata positiva, da allora la percentuale nel 2010 era ancora del 75,0%, anche se si situa piuttosto lontano dalla media nazionale (61,7% nel 2018). Le nuove società che offrono prodotti e servizi completamente innovativi rappresentano solo il 16,7% nel 2018, quando nell’insieme nazionale è il 23,2% del totale», spiega Luca Vaccari.

«Per quanto riguarda le aziende in parte innovatrici, la Comunità Valenciana, con una rappresentazione del 18,2%, si situa in una osiione più bassa del dato nazionale (22,6%). Pertanto, uno dei temi pendenti della Comunità Valenciana è il migliormaneto delle capacità  d’innovazione delle sue aziende, anche se già si stanno facendo sforzi per invertire questa situazione», conclude Luca Vaccari.