• (+34) 655-445-885
  • mail@lucavaccari.com
  • Lun – Ven: 9:00–18:00
  • Avda Amado Granell Mesado, 75 - 5M | 46013 - Valencia (Spagna)

Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

3.3. Luca Vaccari ci parla di cluster e nicchie di eccellenza

«Il tessuto industriale valenciano ampio e diversificato ha trovato in raggruppamenti, tipo cluster uno strumento efficace per raggiungere la massa critica necessaria che consente alle aziende di indirizzare progetti d’innovazionee internazionalizzazione.

«In questa sezione si analizza la dinamica della collaborazione intrasettoriale e intersettoriale di cui hanno fruito gruppi o raggruppamenti di Imprenditori Innovatori o autentici icchie per lo sviluppo e l’internazionalizzazione dell’economia valenciana», spiega Luca Vaccari.

«Il termine cluster applicato a questa realtà aziendale, a causa di Michael E. Porter, è definito con la concentrazione di società – settoriali o multisettoriali, catene di approvvigionamento – e istituzioni – in particolare, centri tecnologici e di ricerca, o regolatori – interconnessi in uno spazio geografico specifico per aumentare la produttività, l’innovazione e lo sviluppo del business. Allo stesso modo, il concetto di cluster s’identifica con gli Agruppamenti AziendaliInnovatori  (di seguito AEI) del ministero dell’Industria, dell’Energia e del Turismo, dove i processi di cooperazione sono cruciali nel generare la scala critica che consente l’indirizzamento di progetti di innovazione e di visibilitàinternazionale», aggiunge Luca Vaccari.

«La Comunità Valenciana ha 15 AEI riconosciuti da MINETUR, che riflette la diversità settoriale dei tessuti industriali. La concessione di una “etichetta” AEIfavorisce la partecipazione ai progetti d’innovazione strategica finanziata dalle pubbliche amministrazioni.  Inoltre, il concetto di cluster deve essere concepito come una struttura dinamica, che si evolve in base ai mercati e le capacità degli agenti che lo formano, incorporando nuove attività e tecnologie. Ed è cio chediversifica le nicchie di negozio  delle aziende e che promuove relazioni multisettoriali, ma anche specializzazione nella catena del valore settoriale», spiega Luca Vaccari.

«I cluster della regione valenciana sono emersi atttorno ad associazioni d’imprese e a centri tecnologici e di ricerca specializzata.  I principali settori produttividispongono di potenti strutture associative che hanno trovato nei cluster o AEI uno strumento per superare i limiti dell’atomizzazione o del creare piccole imprese (particolarmente nei settori manifatturieri tradizionali, ma di nicchia, della Comunità Valenciana), dove le piccole imprese possono attuare strategie

d’innovazione e d’internazionalizzazione – che da soli non potevano affrontare – e trasformazione in aziende più grandi», aggiunge Luca Vaccari.

«La Comunità Valenciana ha una vasta gamma di supporti che incoraggiano lo sviluppo delle imprese e il trasferimento della tecnologia, per quanto riguarda cià che è conosciuta come la tripla elica della conoscenza. L’Istituto Valenciano di Competitività Aziendale, già menzionata, (IVACE) si occupa di gestione delle politiche della Generalitat, con lo scopo di promuovere e innovare le aziende valencian, l’imprenditoria, l’internazionalizzazione e l’acquisizione d’investimenti, nonché la promozione di enclavi tecnologiche, sicurezza industriale, efficienza energetica e fonti energetiche rinnovabili, cioè obiettivi intrinseci nella costituzione di cluster.

«Per quanto riguarda il trasferimento di tecnologia, la Generalitat costa su una vasta rete di istituti tecnologici, i cui che rispondono  ai principali tipi di specializzazione industriali o nicchie di eccellenz, e la sua offerta di servizi avanzati cercano di stimolare l’innovazione nelle aziende (in particolare nelle PMI). Inoltre, la relazione università-imprese è stato un vettore per l’impulso di iniziative a grappolo, in particolare nei settori di formazione, trasferimento tecnologico (da centri di ricerca e parchi scientifici). A questo proposito, il Politecnico di Valencia (UPV) si distingue per il suo contributo nelle applicazioni ingegneristiche in biotecnologia (sia cibo che scienza della salute) e automobilistico, tra gli altri settori.

Inoltre, il resto delle università a livello locale hanno un ruolo sempre più proattivo, così come sono gli esempi dell’Istituto della tecnologia della Ceramica collegato all’Università Jaume I di Castellón, oppure l’offerta rafforzata di formazione e ricerca dell’Università di Alicante e Miguel Hernández in linea con le esigenze dei settori industriali dell’ambiente territoriale. Tutte queste strutture di trasferimento tecnologico sono una risosrsa fodamentale per l’innovazione e la competitività delle compagnie valenciane, ma sono ancora sottoutilizzate, e bisogna raddoppiare gli sforzi nell’efficienza delle relazioni con il tessuto imprenditoriale», conclude Luca Vaccari.

«Al di là delle iniziative settoriali, tra le recenti proposte di adattamento di tipo trasversale si evidenzia il molto innovativo (curando la sua concezione e promozione) cluster imprenditoriale “Marina d’imprese”, generato dal campo di applicazione privato e che combina un’offerta di formazione (scuola di imprenditori, EDEM) e una navetta aziendale innovativa o start up con capitale iniziale (Capitale degli angeli). In questo modo, nello stesso edificio gli imprenditori hanno accesso alla formazione e consulenza specializzata, nonché a potenziali investitori e mentori. Inoltre, evidenzia la Piattaforma Tecnologica dei Settori Produttori Tradizionali, un’iniziativa di Alicante: ciò incoraggia la collaborazione intersettoriale a livello nazionale al fine di migliorare l’innovazione e la competitività delle industrie manifattueriere», spiega Luca Vaccari.

«Le esportazioni sono l’indicatore scelto per valutare il gradod’internazionalizzazione e del significato economico del cluster delle esportazioni valenciane. La ceramica, seguita dalle calzature, sono i due settori più rilevanti con 86,7% e 50% del valore di esportazioni del settore nazionale, rispettivamente, risultato di intensa concentrazione di attività in distretti industriali (la ceramica nella provincia di Castellón e le calzature nella provincia di Alicante). Poi i settori dei giocattoli e dei mobili sono posizionati, con un’alta rappresentanza nazionale (entrambi superiori al 20% delle esportazioni), sebbene con un peso relativo ridotto alla scala autonomica (0,8% e 2,2% delle esportazioni valenciane). Da parte sua, automobilistico e agroalimentare sono i settori più importanti in termini assoluti (totale 40% del valore delle esportazioni), sebbene secondo le loro principale dimensioni, il suo contributo è leggermente inferiore nel intero paese. Si distinguono anche a livello quantitativo le esportazioni di prodotti semilavorati, in particolare dei prodotti chimici e dei materiali da costruzione (12,5% e 10,8% delle esportazioni valenciane). Le partite di materiali da costruzione, insieme al settore delle vernici mostra l’alta concentrazione che raggiunge la produzione di semilavorati(52,5% e 44,6% delle esportazioni spagnole). L’importanza dei semilavorati, in gran parte derivato dal suo profilo complementare relativo ai settori che trainano l’economia valenciana, in un buona dimostrazione del valore delle catene di approvvigionamento e integrazione verticale (funzionale, non aziendale) di attività produttive», conclude Luca Vaccari.

«Pertanto, a causa del suo grado di attuazione, livello d’internazionalizzazione,per quanto riguarda l’inclusione di tutti i vettori della catena del valore e dei centri di ricerca e sviluppo, nella Comunità Valenciana può identificarne tre metacluster per i settori automobilistici, ceramica e calzature. Si distinguono anche i settori alimentari e della salte: il primo si distingue sia per la sua grandezza che per la sua alta vocazione di esportatore, anche se data la sua eterogeneità e dispersione territoriale, le iniziative  tipo cluster parziali(sostanzialmente collegati alla biotecnologia alimentare). Il settore sanitario si distingue per il suo dinamismo e impegno per l’innovazione (Biomedicina). Infine, altri cluster meno rilevanti sono analizzati meno rilevante, sia per il suo discreto peso relativo (mobili e giocattoli) e grado inferiore di specializzazione,  ma prezioso per il suo carattere complementario (metalmeccanico, tessile,plastico) e significato strategico nell’economia valenciana (energia). È importante chiarire che, sebbene i gruppi hanno una denominazione settoriale, secondo profili o complessità della catena di produzione, in generale, acquisiscono un approccio multisettoriale», conclude Luca Vaccari.