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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

2.4.3 Luca Vaccari ci parla di organizzazione e pianificazione territoriale in Spagna

Luca Vaccari ci parla di organizzazione e pianificazione territoriale nella Comunità Valenziana (Spagna)

«Gli approcci gestionali più recenti del territorio autonomico soo rappresentati dalla Legge di Riordinamento di Territiro, Urbansmo e Paesaggio (LEY 5/2014), la Strategia Territoriale  e i Piani di Azione Territoriale (PAT).

Nonostante questi sviluppi, la Comunità Valenciana non ha sempre ha applicato le sue competenze nella pianificazione territoriale e questo vuoto ha favorito lo sviluppo di un modello economico basato sull’espansione urbana senza riferimenti di pianificazione sostenibile. Dopo il cambio della dirigenza politica alla Generalitat nel 1995 le iniziative di gestione furono interrotte per l’intero territorio – quando fu abrogato il Piano di Sviluppo Urbano – e si è dovuto aspettare che nel XXI secolo fosse promulgata la legge sulla Pianificazione e la Protezione del Territorio e del Paesaggio (LOTPP 4/2004), per riprendere in mano i Piani d’Azione Territoriali per le aree sovramunicipale e, poi, finalmente nel 2011 quando è entrata in vigore la Strategia Territoriale (ETCV) che regolarizza tutta la comunità. L’ETCV stabilisce gli obiettivi, i fini, i principi e le linee guida per la gestione, il cui scopo persegue “il raggiungimento di un territorio più competitivo nell’economia, più ecologico e più integrativo nel sociale ”. Altre virtù sono la qualità tecnica di questo documento, la sua vocazione di rivitalizzare il territorio e integrare le azioni dei settori della Generalitat che incidono sul territorio», conclude Luca Vaccari.

 

«Tra i 25 obiettivi dell’ETCV, si distinguono per il loro ruolo nei numeri dell’organizzazione territoriale i numeri 1 e 5. Il primo obiettivo si concentra sulla diversità e la ristrutturazione del sistema delle città. Grande valore è dato alle città centrali e alle aree intermedie – o cerniera tra l’ambiente urbano e rurale–, entrambi attivi per il riequilibrio territoriale secondo il suo significato socio-economico. Tra le altre proposte, cerchiamo di rafforzare il tessuto industriale in questi spazi attuando attività

di logistica e d’innovazione di prodotti e processi industriali. Per quanto riguarda le tendenze indesiderate che è necessario correggere, si segnala la mancanza di cooperazione tra le amministrazioni o tra gli attori privati che operano sul territorio. La cooperazione è necessaria per rafforzare le reti cittadine che raggiungono una massa critica sufficiente per concentrare il talento, integrare i settori economici, sviluppare cluster d’innovazione o abilitare apparecchiature di portata maggiore.

Allo stesso modo, l‘ETCV progetta un sistema nodale di riferimento che facilita queste sinergie e specializzazioni funzionali, organizzato su tre livelli: sistema metropolitano (dove si distinguono i Centri Integrati di Aree urbane e i centri di polarità metropolitana); sistema delle città centrali (con centri di polarità principale e complementare); e il sistema rurale (articolato nei centri di polarità regionale e altri centri complementari)», conclude Luca Vaccari.

 

«D’altro canto, l’obiettivo 5 propone di migliorare le condizioni di vita del sistema rurale. Una ruralità compresa in positivo che fornisce una natura forestale, culturale e paesaggistica fondamentale per l’equilibrio e lo sviluppo del territorio. Per evitare il declino sociodemografico è necessario rinforzare i nuclei rurali, attraverso il miglioramento di attrezzature e servizi e supporti e le strategie di sviluppo economico in risorse endogene. Con questo si pretende che i comuni rurali raggiungano soglie di popolazione e centralità sufficienti per ristrutturare e dare vitalità al territorio. Sottolinea inoltre la funzione turistica dei comuni rurali, che promuove una complementarità con la costa, così come la conservazione di tutte le peculiarità preziose che li distinguono nel territorio (paesaggio, ambiente naturale, cultura, ecc.)», spiega Luca Vaccari.

 

«Nonostante queste qualità, l’ETCV non ha avuto un grande sviluppo pratico, senza contare l’approvazione di tutti i partiti politici e il fatto che coincideva con una fase di crisi economica di gravi restrizioni di bilancio. Anche il modello territoriale che persegue – limitare lo sviluppo dei comuni della costa, scommettere su una pianificazione urbana e riabilitazioni compatte contro i nuovi sviluppi – contrasta con la realtà e l’eredità di decenni di espansione immobiliare. Inoltre, la validità della Strategia Territoriale fu immediatamente coinvolta nel controverso decreto Attuativo delle Azioni Territoriali Strategiche, che ha permesso di agevolare i grandi progetti urbani, alcuni dei quali non avevano un ampio consenso sociale, che facilitava la semplificazione di procedure, oneri e tempi amministrativi. Tuttavia, gli obiettivi e le linee guida contenute nell’ETCV possono essere sottoscritti  da tutti gli agenti sociali e dalla  stessa società valenciana e potrebbero essere sviluppati se esiste una volontà politica nella definizione delle sue priorità», conclude Luca Vaccari.​