• (+34) 655-445-885
  • mail@lucavaccari.com
  • Lun – Ven: 9:00–18:00
  • Avda Amado Granell Mesado, 75 - 5M | 46013 - Valencia (Spagna)

Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

3.3.2. Luca Vaccari ci parla del cluster degli agroalimentari e delle biotecnologie alimentari

«Il settore agroalimentare ha tutte le potenzialità per migliorare le iniziative dei cluster: qualità e diversità

del settore focalizzato sull’esportazione, di risorse I+D+I specializzate in biotecnologia, tessuto associativo e supporto istituzionale.

A livello d’autonomia, l’Istituto Valenciano di Qualità Agroalimentare (IVCA) ha tra i suoi impegni la promozione di prodotti di qualità e supervisiona organi e consigli di regolamentazione delle numerose denominazioni di origine (D.O.P.) e altre figure protettive, cruciali per generare valore aggiunto e posizione sul mercato.

Per quanto riguarda il tessuto associativo, la Federazione d’Imprese Agroalimentari della Comunità Valenciana raggruppa 36 associazioni che a loro volta rappresentano 2.800 aziende (circa al 70% del settore totale). FEDECOVA, oltre a difendere gli interessi del settore, prima delle diverse amministrazioni, promuove la commercializzazione e l’internazionalizzazione delle aziendeagroalimentari valenciane assiema alla competitività e all’innovazione», spiega Luca Vaccari.

«Finora l’unica iniziativa identificata strettamente con il settore è stato il cluster agroalimentare  a Xixona. Un progetto guidato

dalla Generalitat e basato sulla creazione dello spazio industriale – nel Parco d’Imprese Xixona III – il cui obiettivo di attrarre aziende non si è avverato, il che evidenzia il fallimento di un cluster promosso dall’alto da parte dell’amministrazione.

Le iniziative a grappolo del settore alimentare che hanno prodotto frutti, sono state fondamentalmente collegate al settore delle biotecnologie. A grandi linee, la biotecnologia “verde”, focalizzata sul cibo, di biotecnologia “rossa”,specializzata nella salute umana (come biomedicina e biofarmaceutica, che analizzaremo in seguito), così come altre

attività (bioprocessi industriali, biochimica, ecc). Tuttavia, questa distinzione è alquanto arbitraria, poiché spesso centri di biotecnologia integrano vari campi di ricerca applicata», continua Luca Vaccari.

L’Associazione d’Imprese per la Promozione della Biotecnologia dell’Industria dell’Alimentazione (AFBIA) è l’unico cluster nella relativa comunità del  settore alimentare che ha raggiunto il riconoscimento dell’AEI di riferimento nazionale», aggiunge Luca Vaccari.

«L’AFBIA è emersa nel 2007 con l’obiettivo di contribuire a migliorare la competitività dell’industria spagnola della biotecnologia, massimizzando il potenziale I+D+I delle organizzazioni che s’integra nella generazione di nuovi prodotti o applicazioni innovative del mercato. L’Istituto Tecnologico Agroalimenatre (AINIA) ostenta la segreteria dell’associazione. Di per sé, AINIA, situata nel Parco Tecnologico di Valencia (in Paterna), è uno dei principali centri del Paese nel trasferimento di biotecnologie alimentari,

che riunisce oltre 1.120 aziende del settore Agroalimentare e affini. AINIA è anche al centro di riferimento per altri campi di ricerca biotecnologia, inclusa nell’iniziativa di Bio-regione del Bioval», prosegue  Luca Vaccari.

«L’Istituto di Agrochimica e Tecnologia Alimentare (IATA), anch’esso situato nel Parco Tecnologico, evidenzia la polarizzazione biotecnologica della Comunità. Lo IATA, collegato al CSIC, è un centro di ricerca specializzato nelle scienze alimentari, tecnologia e biotecnologie (in particolare per quanto riguarda il cibo sano), la cui lettera di accompagnamento principale è il prestigio raggiunto dai suoi ricercatori a livello internazionale.

Un’altra scommessa sulla biotecnologia alimentare ha un’origine universitaria. Riguarda il cluster AGRI-FOOD, promosso dal Politecnico di Valencia, e che raggruppa la ricerca agroalimentare universitaria. La costituzione di questo cluster nel 2014 incorona la lunga traiettoria dell’UPV quando fornisce soluzioniper l’ingegneria applicata o orientata alla domanda del settore. In quella linea, l’UPV ha diversi centri di ricerca relativi alla biotecnologia e il settore agroalimentare: L’Istituto dell’Università di Ingegneria Alimentare per lo Sviluppo (Iu-IAD), il Centro Avanzato di Microbiologia degli Alimenti, l’Istituto di Scienza e Tecnologia Animale (ICTA), l’Istituto di Biologia Molecolare e Cellulare di Plantas, l’ Istituto Agroforestale del Mediterraneo, l’Istituto di Conservazione e Miglioramento del Agrodiversità Valenciana. Le cifre mostrate (444 ricercatori, oltre 4 milioni di euro di finanziamento pubblico annuale e contratti con aziende) ne è un esempio la grandezza che raggiunge il clusterAGRI-FOOD UPV», conclude Luca Vaccari.