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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

4.2. Luca Vaccari ci parla delle strategie e linee DAFO d’azione

Premessa: in questo capitolo è applicata l’analisi DAFO che analizza i punti di forza e le debolezza riferendosi all’organizzazione e ai suoi prodotti. Mentre quando para di Opportunità e Minacce parla dei fattori esterni sui quali l’organizzazione non ha alcun controllo.

Una volta preparata la matrice DAFO* per la Comunità Valenciana, conviene preparasi a pensare ad alcun linee strategiche per il suo sviluppo del futuro  economico e sociale. A tal fine, sono stati strutturati i diversi orientamenti strategici, sensibili alla conversione in misure costitutive di possibili programmi strategici trasversali in quattro tipi di programmi, a seconda dell’equilibrio tra punti deboli / punti di forza e minacce opportunità precedentemente rilevate, organizzate a due e due.

La formulazione di piani strategici trasversali, basati su “accoppiamenti DAFO”, ha il vantaggio di chiarire le misure e gli strumenti, compresi i parametri, necessari per risolvere i problemi comuni a vari settori e in varie dimensioni della socioeconomia in questione in ciascun caso. La novità è che ognuna di queste proposte riconosce la gamma di punti deboli o punti di forza esistenti e affronta la gamma di minacce o opportunità che circondano la nostra economia.

Esempi di strategie rilevanti sono: offensiva, reattiva, produttiva e difensiva. Ognuna di queste categorie, senza considerare in questa occasione i tre ambiti della socioeconomica levantina,  sono stati utilizzati  per ordinare gli elementi dell’analisi DAFO precedentemente sviluppata.

Si tratta di offrire, in modo molto sintetico, tra molti altri possibili, esempi di come potenziare misure che riconoscono specificamente un’associazione di fattori interni con fattori esterni e orientarli in modo molto concreto verso ciascuno caso. Non si penserebbe, per esempio, la medesima strategia per sfruttare il fenomeno in crescita del low cost  tra i consumatori di tutto il mondo se fosse partito da una posizione di forza nelle basi di questo tipo di attività che inizia da una  posizione di debolezza. Anche se fosse la medesima strategia che dovrebbe essere utilizzato per contrastare la minaccia della concorrenza globale in un determinato settore se le basi  produttive o commerciali in quel settore sono forti o deboli.

Una STRATEGIA DIFENSIVA  cerca di minimizzare il potenziale impatto negativo delle minacce che incombe sulla regione in presenza di punti deboli, più o meno difficili da superare, cercando, se del caso, di trasformare le minacce, per quanto possibile, in opportunità. Tra il gruppo di azioni che materializzerebbero questa strategia sono incluse le seguenti:

>> Le istituzioni valenciane devono cercare  un nuovo quadro di relazioni con lo Stato che rivitalizza i progetti di reciproco interesse in cui la regione può offrire un ruolo dinamico rilevante in cambio di una soluzione duratura al problema del sotto finanziamento della Comunità Valenciana nel sistema delle autonomie.

>> Le associazioni imprenditoriali valenciane e il Governo valenciano  devono impegnarsi ad analizzare con spirito critico ma senza a priori i modelli di concessione vigenti, uno per uno, in modo da migliorare la conoscenza delle potenzialità di servizio ai cittadini e per correggere le disfunzioni esistenti. Questo dialogo potrebbe basarsi sulla necessità della società valenciana di affrontare la carenza di posti di lavoro qualificati e l’invecchiamento della popolazione.

>La Comunità deve far crescere il reddito di ogni abitante per riempire in modo equo la distanza che lo separa dall’innovazione a livello delle regioni più avanzate d’Europa e prevenire l’ampliamento del divario nell’insufficiente digitalizzazione della sua economia con quella globale. Per questo è necessario guidare i programmi che esistono per le aziende verso il miglioramento in questo campo.

>La piccola scala delle società valenciane espone la regione alle minacce derivanti dalla perdita di competitività nell’attuale quadro di globalizzazione e dagli sviluppi della tecnologia. È istituita la creazione di incentivi giuridici e fiscali per lo sviluppo era concentrazione industriale attorno alle attività produttive alla base delle imprese concentrate e i programmi  per migliorare la tecnologia, la gestione e il finanziamento delle società risultanti.

>Di fronte al basso livello di attività imprenditoriale e alla distanza che separa la regione valenciana dal confine dell’innovazione, che ha una radice più profonda a causa della crisi, l’imprenditoria dell’innovazione  deve essere incoraggiata  durante l’esplorazione e lo sviluppo di nuovi modi di finanziamento stesso. Queste iniziative devono anche essere orientate a generare incrementi di produttività man mano che si recupera l’occupazione.

Una STRATEGIA PROATTIVA cerca di risolvere le debolezze riscontrate attraverso misure che possono essere complementari a quelle contemplate nella strategia precedente, ma, in ogni caso, volte a sfruttare le opportunità esistenti, piuttosto che a evocare minacce. Di seguito sono riportate alcune azioni definire una strategia proattiva:

>Non appena le condizioni lo consentano, la regione dovrebbe essere in grado di beneficiare nuovamente dei contributi della popolazione straniera per compensare la perdita di popolazione, indirizzando i flussi verso le aree e le attività necessarie a livello demografico, applicando programmi per migliorare il capitale umano e gli spazi residenziali e di attività, possibilmente nel mondo rurale.

>Le attuali aspettative della regione di fronte alla nuova fase istituzionale dovrebbero concentrarsi sulla correzione delle debolezze causate dall’errata allocazione delle risorse realizzate in passato e dalla causa della frustrazione tra i cittadini. Pertanto, potrebbe essere utile lo sviluppo di guide di buone pratiche di pianificazione urbanistica, finanziaria, formazione, ecc.

>> L’attuale discrepanza tra le qualifiche dei lavoratori e le esigenze dei lavori che occupano dovrebbe iniziare a essere corretta trasferendo l’opportunità che fornisce la base di conoscenza sulla gestione delle risorse e delle operazioni dei parchi scientifici e tecnici per la gestione delle risorse umane disponibili, la progettazione di una formazione adeguata e l’integrazione di tecnologia e conoscenza nei posti di lavoro dei settori e società pilota selezionate.

>> La scarsità della risorsa idrica, da un lato, e la tecnologia e i sistemi di gestione che una tale carenza ha contribuito a creare,  vanno di pari passo e creano un ampio margine per un circolo virtuoso di adattamenti che si tratterebbe di organizzare e rafforzare un piano d’azione strategico con il coinvolgimento delle istituzioni, delle società e degli utenti pertinenti della risorsa. Qualcosa che la regione ha praticato, in forma consueta, per secoli.

>Il boom turistico che generalmente beneficia la Spagna e in particolare la Comunità Valenciana è anche una forza trainante verso una rinnovata offerta di servizi e il miglioramento delle infrastrutture e delle attrazioni della costa. Quindi potrebbero essere istituiti progetti pilota per rigenerare tratti significativi di costa dove a causa del boom immobiliare si può essere deteriorato l’ambiente in passato, anche sotto l’ombrello del piano Junker.

Attraverso una STRATEGIA REATTIVA, l’obiettivo è quello di sfruttare al massimo i punti di forza per mitigare o eliminare gli effetti negativi delle minacce, trasformandole, se possibile, in opportunità di nuovi sviluppi e crescita. Le azioni che potrebbero essere sviluppate nella Comunità Valenciana in questo senso, sarebbero, tra l’altro, i seguenti:

>Da Valenciaport e la rete di strade nord-sud ad alta capacità, i due elementi più preziosi della catena logistica levantina (senza dimenticare le strade o le ferrovie radiali), la regione può stabilire alleanze con le restanti aree logistiche peninsulari per migliorare la comprensione tra lo Stato e le istituzioni europee e valenciane per rilanciare il progetto dell’Arco Mediteraneo rinforzando in particolare le vie di trasporto merci su rotaia, le più critiche in questo progetto transeuropeo e per la sua efficacia complessiva.

>Un’educazione per l’imprenditoria innovativa, che evoca la grande somma di ostacoli citati in questo rapporto per una crescita potenziale più elevata nella regione in futuro, può essere organizzata dalle preziose istanze formative e da (parchi di) scienza e tecnologia esistenti nella Comunità Valenciana. Questa sarebbe la prima pietra dell’avvio operativo della trasformazione del modello produttivo perseguito dal Governo e dagli altri agenti sociali ed economici valenciani.

>> La solida base che il settore privato ha nell’economia e nella società levantina può servire da punto di supporto per rafforzare l’imprenditoria, contrastando, ovviamente, la cultura imprenditoriale che limita la crescita della scala delle imprese con eccessivo zelo del controllo personale di essi. Fare impresa dall’impresa. E per far questo sarebbe bene promuovere un regolamento (commerciale, contabile, fiscale e finanziario) che stimoli le fusioni di imprese.

>Per combattere il rischio di “sussidiarietà digitale” nella società levantine, le istituzioni valenciane possono progettare programmi di immersione commerciale e settoriale nell’economia digitale da parchi scientifici e tecnologici e l’esperienza accumulata in questi in termini di collaborazione con le aziende per la R&S (Ricerca e Sviluppo). Un tuffo che smette di enfatizzare il semplice accesso a Internet per mettere l’accento sull’uso dei protocolli digitali avanzati. Infine, una strategia offensiva cerca di realizzare le opportunità di sviluppo economico e sociale sulla base dei punti di forza riscontrati. Tra i possibili modi di agire nel caso della Comunità Valenciana, si sottolinea quanto segue:

>> L’eccellenza del turismo, il cui impatto sarà spinto dall’attuale buona situazione del turismo nella regione, può essere approfondita in base alla forza della catena di approvvigionamento del settore e alle capacità commerciali che lo governano.

>> Il potenziamento del settore delle esportazioni della Comunità Valenciana, così come il suo importante contributo all’economia della regione oggi, devono anche essere guidati a partire dall’immersione delle imprese esportatrici nell’economia. digitale per materializzare le opportunità create da questa trasversalità tecnologica che offre nuove ali a ciò che i valenciani praticano instancabilmente da più di un secolo.

>> La Comunità Valenciana deve concentrarsi sul sostegno al progetto dell’Arco del Mediterraneo e sull’opportunità che rappresenta, senza alimentare visioni “mitiche” del progetto, ma realisticamente e per quanto dipende, cercare decisamente il sostegno di istanze istituzionali più della regione. Devono essere studiate a fondo, lo scheletro delle strade ad alta capacità nord-sud e le loro connessioni con gli altri assi peninsulari ed europei,  dovrebbero essere studiate in modo approfondito, lo sviluppo del trasporto merci su rotaia. 

Le strategie di cui sopra sono proposte embrionali di linee d’azione derivanti dal bilancio DAFO realizzato nella sezione precedente e basate anche sui contributi del lavoro sul campo che ha accompagnato la realizzazione di questa monografia sulla Comunità Valenciana. Per la loro rilevanza per lo sviluppo economico e sociale della regione, potrebbero essere messi in funzione o intensificati nei prossimi anni e, pertanto, potranno essere forniti agli agenti istituzionali e socioeconomici della comunità con l’obiettivo di ispirarli in un compito che corrisponde solo a loro. Il valore della compilazione presentata costituisce, semmai, la sua articolazione intorno all’equilibrio di debolezze, punti di forza, minacce e opportunità presenti nella regione.