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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Stati generali, il leader di Confindustria Bonomi: «Troppi i ritardi del governo»

Il Governo ha difficoltà a comunicare con i mondo delle imprese. E la causa sono i ritardi con cui arrivano gli aiuti alle aziende. Agli Stati generai la Confindustria spara sulle politiche dell’esecutivo di Giuseppe Conte, assieme ad altre associazioni imprenditoriali.

Giuseppe Conte promette attenzione a tutti. E chiede suggerimenti per 187 progetti del piano di rilancio che viene presentato, assicura che verrà fatto un cronoprogramma per tutte le misure.

Carlo Bonomi (1966) manager nel settore biomedica, è presidente di Confindustria dal 20 maggio 2020

Tuttavia i messaggi che gli vengono rivolti dalle aziende vanno molto sul concreto. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha chiesto «il pagamento immediato di 50 miliardi di debiti arretrati della Pa», «l’immediato rispetto per la sentenza della magistratura che impone la restituzione di 3,4 miliardi di accise energia, impropriamente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato».

Poi Carlo Bonomi, ha attaccato sulla cassa integrazione: «E’ stata anticipata in vasta misura dalle imprese e così sarà per ulteriori quattro settimane. Gravi ritardi anche per le procedure annunciate a sostegno liquidità. Le misure economiche italiane si sono rivelate più problematiche di quelle europee».

Insomma un doppio schiaffo ampiamente annunciato, in linea con lo spirito fortemente critico degli imprenditori. Conte chiede a tutti «suggerimenti, osservazioni concrete sul piano, che sarà pronto la settimana prossima», aggiunge che «il clima è proficuo e non ci dimentichiamo il valore primario dell’impresa», promette che «gli uffici studieranno la questione sulle accise posta da Bonomi», ma incassa lo stesso numerose critiche.

Se verrà confermata la proroga dello split payment «furto legalizzato di liquidità» vorrà dire che «si vuole dare la mazzata finale alle imprese. Noi non l’accettiamo e non resteremo a guardare». Così il presidente dell’Ance, Gabriele Buia. Lo split payment (versamento diretto dell’Iva da parte della Pa) – «è un strumento che dal 2015 drena 2,5 miliardi di euro all’anno di liquidità alle stesse imprese.

Lo Stato ci toglie questi soldi quando ci deve ancora pagare 6 miliardi di ritardati pagamenti. Negli ultimi 18 mesi ho partecipato direttamente o indirettamente a ben 8 tavoli di matrice governativa e uno di questi l’anno scorso a luglio lo presiedeva Lei esattamente come oggi. Però questo deve essere l’ultimo!».

Secondo il rappresentante dei costruttori, quelli che avrebbero dovuto semplificare hanno invece «dato vita a un mostro a 7 teste: tutte strutture dello Stato che avrebbero il compito di accelerare gli investimenti pubblici, cioè Strategia Italia, InvestItalia, Dipe, Struttura per la progettazione, Italia Infrastrutture SpA, Cdp, Invitalia».
«Il progetto di rilancio dell’Italia deve fondarsi su due pilastri: meno tasse e zero burocrazia», ha detto il vicepresidente di Unimpresa. Secondo Unimpresa, il total tax rate per partite Iva e imprese italiane ha raggiunto il 64 per cento fatturato. Per svolgere gli adempimenti burocratici occorrono anche 40 giorni l’anno. Al tavolo con il governo erano presenti ancheAnfia, Confapi, Confimi, Unimpresa, Confimpreseitalia, Confetra, Confservizi, Conflavoro Pmi Ucid, Finco, Cepi