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Ponte Morandi a Genova, la Consulta: «Non illegittimo escludere Autostrade dalla ricostruzione

 La Corte Costituzionale ha deciso che l’esclusione di Autostrade per l’Italia dai lavori di ricostruzione del Ponte sul Polcevera (Ponte Morandi), a Genova, decisa dal Governo Conte, non è stata incostituzionale.
Il viadotto Polcevera (noto anche come ponte Morandi o ponte delle Condotte) è stato un ponte autostradale che scavalcava il torrente Polcevera e i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano, nella città di Genova.
Fu progettato dall’ingegnere Riccardo Morandi e venne costruito fra il 1963 e il 1967, ad opera della Società Italiana per Condotte d’Acqua. È stato chiuso al traffico il 14 agosto 20018  a seguito del crollo parziale  della struttura, che ha provocato 43 morti e 566 sfollati.
In merito alla decisione la Consulta ha chiarito che «la decisione del legislatore di non affidare ad Autostrade la ricostruzione del Ponte è stata determinata dalla eccezionale gravità della situazione che lo ha indotto, in via precauzionale, a non affidare i lavori alla società incaricata della manutenzione dell’opera stessa».

I giudici erano chiamati a decidere sulla legittimità dell’esclusione di Aspi dalla ricostruzione dopo il crollo del Ponte Morandi, per cause che non sono ancora state chiarite. Nel crollo morirono 43 persone.  Nel settembre del 2018  venne varato un decreto – il numero 109, detto anche Decreto Genova – le cui linee portanti erano rappresentate dalla nomina di un commissario straordinario per la ricostruzione del viadotto, escludendo Aspi dalla possibilità di partecipare al ripristino dell’opera.

Un immagine del nuovo Ponte ex Morandi crollato nel 2018. È stato progettato dall’archistar Renzo Piano  (che ha rifiutato il compenso) e realizzato dalla WeBuild (ex Salini-Impregilo).

Aspi che era la società concessionaria del tratto autostradale del Ponte Morandi, diceva di  avere l’obbligo di ricostruire il viadotto, in base a quanto previsto dalla convenzione. Ad Aspi fu invece fatto obbligo di pagare i lavori.

Autostrade per l’Italia aveva impugnato il decreto davanti al Tar della Liguria, che ha posto questioni di legittimità costituzionale che toccavano, tra gli altri, i parametri della ragionevolezza e non arbitrarietà delle decisioni assunte dall’esecutivo, di iniziativa economica e libertà di concorrenza e del giusto processo.

La sentenza è giunta nel giorno in cui la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha firmato una lettera inviata al commissario per la ricostruzione del ponte di Genova, il sindaco Marco Bucci: nella lettera c’era la volontà di riaffiorare la gestione del viadotto ad Autostrade per l’Italia. Come anche era previsto dalla Convenzione del 2007 che regola i rapporti tra lo Stato e la società controllata dalla famiglia Benetton.