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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

La siccità strangola il Nord e il Sud della Spagna

La Spagna è in allarme per le scarsissime precipitazioni che hanno ridotto drammaticamente gli invasi  e le scorte d’acqua . Già a settembre  l’Agenzia Statale di Meteorologia spagnola, (Aemet) aveva reso noti i dati relativi all’anno idrologico 2018-2019. Dati che sono molto preoccupanti, perché è stato il quarto anno idrologico più secco del XXI secolo, ed uno degli anni con meno precipitazioni dal 1965.
Due anni fa, ne, 2017 si verificò una tra le peggiori siccità,  che aveva colpito duramente diverse regioni della Spagna, mettendo i ginocchio l’agricoltura e costringendo a razionare il consumo d’acqua nelle città.

Gli invasi artificiali, risorse fondamentali per il settore agricolo e agroalimentare e il rifornimento urbano di acqua potabile, come per il fabbisogno di  Madrid, sono ai minimi,  al 40% della loro capacità, secondo i dati del Ministero per la Transizione Ecologica, quando la media degli ultimi dieci  anni, prendendo a modello il medesimo periodo, era ben al di sopra col  53%. Soltanto durante la grande siccità, la percentuale fu la peggiore. Tuttavia a preoccupare non sono solo gli invasi artificiali del sud, dove il clima è più caldo e meno piovoso, ma anche quelli del nordovest: in Navarra e La Rioja i laghi sono praticamente in secca, intorno al 30% della propria capacità. Le cose non vanne bene nemmeno nell’area centrale della Spagna: la Castilla y Leon e la Castilla La Mancha hanno scorte  sotto il 50%.
La penisola iberica sta andando in contro a un difficile autunno con le risorse idriche al minimo. Secondo gli analisti esperti tale carenza non dipende soltanto dall’assenza delle precipitazioni, ma anche dalla cattiva gestione delle acque. Tra i colpevoli c’è l’agricoltura intensiva che utilizza molto male le risorse idriche, sfruttandole in modo irrazionale. In alcune regioni di Spagna da anni è stato introdotto un efficace sistema d’irrigazione dei campi inventato da Israele (che ha creato fruttuosi appezzamenti nel deserto), dove invece che sprecare flussi d’acqua, le gocce sono centellinate in modo che vengano direttamente e con più facilità assorbite dalle piante coltivate e non vadano disperse nel terreno o evaporate.