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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

La Francia chiude la centrale nucleare più vecchia del Paese

La più antica centrale termonucleare francese di Fasseheim, nella regione dell’Alsazia al confine con Germania e Svizzera, ha staccato ieri definitivamente la spina dopo 43 anni di servizio. Parigi inizia, così, un lentissimo piano di disimpegno dall’energia atomica. Il secondo (e ultimo) reattore rimasto attivo è stato chiuso ieri dall’Edf attorno alle 16.30. La centrale, a pieno regime, produceva  900 megawatt. Ora Fessenheim è stata staccata per sempre dalla rete elettrica nazionale.

La centrale termonucleare di Fasseheim, in Alsazia. È la più antica di Francia, costruita nel 1977 produceva 900 megawatt. È stata spenta secondo il piano di denuclearizzazione del Paese transalpino. Da molto tempo la centrale era oggetto di protesta dei movimenti ecologisti, soprattutto perché sorge su una zona ad alto rischio sismico.

La chiusura della centrale di Fasseheim, costruita nel 1977, è il primo passo del lentissimo processo del Governo di Parigi per chiudere con l’energia atomica.  La chiusura arriva soltanto 24 ore dopo il trionfo degli ambientalisti alle elezioni regionali.  

L’energia termonucleare in Francia vale il 71% del totale energetico prodotto. L’ex presidente della Repubblica Nicholas Sarkozy aveva avviato un piano per ridurre al 50% la componente atomica entro il 2025, ma la data è stata spostata di dieci anni da Emmanuel Macron. “Era un obiettivo irrealizzabile nel 2018, non ora”, ha detto il presidente nel 2018 aggiornando al 2035 la scadenza nell’ambito del piano di transizione energetica nazionale. Quattordici dei 56 reattori ancora attivi nel Paese verranno spenti entro quella data.

Il Presidente della Francia Emmanuel Jean-Michel Frédéric Macron (1977). Eletto nel 2017 è stato anche ministro dell’Economia, dell’Industria e del Digitale dal 2014 al 2016, nel secondo Governo del premier Valls. Ha firmato un piano per chiudere entro il 2035 14 centrali atomiche su 56.

L’addio a Fessenheim arriva dopo anni di proteste dei movimenti ecologisti di Francia, Svizzera e Germania, preoccupati non solo del rischio di incidenti in un impianto vetusto ma anche della sismicità dell’area in cui era stato costruito. Lo smantellamento della centrale durerà comunque a lungo: l’inizio delle operazioni è previsto nel 2023 con la rimozione e lo smaltimento del carburante radioattivo, mentre l’abbattimento della struttura partirà nel 2025 con la fine lavori fissata nel 2040.

La chiusura dell’ultimo reattore è stata festeggiata da un gruppo di ecologisti in loco, mentre un gruppo di manifestanti pro-nucleare ha protestato davanti alla sede di Greenpeace a Parigi con slogan come “Meno nucleare uguale più carbone”.