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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Il presidente della Catalogna condanna le violenze, ma plaude ai manifestanti

Il Presidente della Catalogna Quim Torra, dopo le sue pesanti affermazioni che lodavano i manifestanti aver provocato il collasso dell’aeroporto El Prat lunedì’ sera, condannando però ogni violenza, oggi ha incontrato, nel suo gabinetto di crisi, il ministro della Presidenza, Meritxell Budó; il ministro degli Interni, Miquel Buch, e il vicepresidente del governo, Pere Aragonès. Torra ha poi lasciato il Palau de la Generalitat per unirsi alle marce convocate dall’Assemblea nazionale catalana (ANC) e Òmnium in segno di protesta contro la sentenza del procés . Assieme a Torra c’era l’ex quinto Lehendakari (presidente del Governo basco) Juan José Ibarrretxe, i suoi funzionari di protocollo e le sue guardie del corpo, e in mezzo a forti voci su una possibile chiamata anticipata per le elezioni in Catalogna, data l’incapacità del Governo di concordare una risposta alla sentenza dell’Alta Corte. Anche altri membri del Consell Executiu hanno partecipato a queste passeggiate pacifiche.
Non è trapelato nulla dall’incontro di gabinetto sulla crisi che sta affrontando la Catalogna, si è limitato soltanto a dire con la stampa: “È fantastico vedere le persone mobilitate e in corso in modo civico e pacifico”, senza commentare i pesanti scontri di martedì notte che ha lasciato 125 feriti, 60 arresti e 250 barricate in fiamme nel zone centrali di Barcellona. Torra ha continuato a ribadire il diritto alla difesa dell’autodeterminazione.
Torra da giorni ha le critiche della stampa e dell’opposizione per aver incoraggiato gli indipendentisti a scendere in strada per dimostrare.