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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Coronavirus, Spagna: soltanto 12 casi perché non sono cercati

La Spagna aumenta il numero di test per rilevare il coronavirus: “se non abbiamo nuovi casi è perché non li abbiamo cercati“, è l’idea che circola in molte grandi strutture sanitarie spagnole. Lo scrive anche El País. La Spagna ha quindi intenzione di aumentare i controlli anche sui pazienti colpiti da polmoniti ad entrambi i polmoni. Il forte sospetto è che il basso numero di contagi (12 persone, aggiornamento al 26 febbraio, di cui cinque sono pazienti italiani che provenivano dalla Lombardia), sia dovuto ad un minor numero di controlli effettuati.

Questa riflessione è sulla stessa linea di quella degli esperti italiani, che spiegano così il boom di casi in Italia, unico paese d’Europa ad avere centinaia di persone contagiate ufficialmente: “l’Italia ha fatto più test di altri paesi“, è la loro spiegazione “e per questo emergono maggior numero di contagi”. In sostanza quindi, anche in altri paesi europei ci sarebbero persone contagiate ma non sono state rilevate dai sistemi sanitari.

Da ricordare che soltanto una percentuale molto bassa (meno del 5%) di persone viene colpita in modo grave mentre nel 95% dei casi il virus fa il suo corso come una normale influenza.

Intanto in Spagna sono stati resi noti in questo mercoledì 26 febbraio  2020 due nuovi casi di coronavirus: il totale raggiunge i 12 casi. Una donna di 36 anni, di origini italiane, residente a Barcellona è risultata infetta, poi all’aeroporto El Pratt, sempre della capitale catalana, è stato fermato un ragazzo di 22 anni che proveniva da Milano con mal di gola e febbre: il test ha dato esito positivo. È stata adottata la profilassi adeguata: i due italiani sono ricoverati all’Hospital de la Pau e non sono in condizioni di pericolo, tra una decina di giorni potrebbero essere già dimessi. 

Tuttavia è un medico tedesco il primo caso di coronavirus in Spagna: riscontrato il primo febbraio alle Canarie, non si è saputo subito, ma soltanto il giorno 23 febbraio la stampa ha appreso la notizia assieme al secondo contagiato, un sessantenne  inglese residente a Palma di Maiorca. Poi, il medico italiano con la moglie e un’amica arrivati alle Canarie da Milano contagiati: sono stati ricoverati in un ospedale di Tenerife e l’hotel dove i tre italiani alloggiavano p stato sottoposto alla quarantena. Attualmente oltre 800 persone, tra cui quasi un centinaio di dipendenti della struttura, sono chiusi nell’hotel e ci rimarranno due settimane. 

Gli altri cinque contagiati sono tutti spagnoli residenti a Madrid, Siviglia e Castellon. Non si sa ancora dove siano stati contagiati.