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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Colombia nel caos, proteste contro il presidente

Dopo Bolivia e Chile, la protesta infiamma anche la Colombia. Ieri a migliaia sono scesi a Bogotà e nelle principali città colombiane. Lo sciopero nazionale indetto dai sindacati contro le politiche economiche del presidente Ivan Duque ha fermato il Paese intero.

Giovedì si sono registrati scontri tra manifestanti e forze dell’ordine  e al termine della giornata il bilancio ha contato tre poliziotti morti e 273 feriti, di cui 153 agenti. Le vittime sono state uccise in un attacco con esplosivi avvenuto contro una stazione di polizia a Santander de Quilichao. Almeno altri sette agenti sarebbero rimasti feriti. Il Governo colombiano aveva disposto il coprifuoco a Bogotà per fermare i continui scontri in piazza coi manifestanti assieme ai blocchi stradali, ai saccheggi e agli assalti alle banche.

Venerdì, invece, la giornata di proteste è stata pacifica, senza violenze.  Gli unici disordini si sono verificati al termine dei cortei nella capitale Bogotà e nella città di Calì, dove la polizia ha imposto il coprifuoco. A organizzare le manifestazioni i sindacati e i partiti d’opposizione, che hanno parlato di circa un milione di partecipanti, mentre la stima fatta dal ministero dell’interno è di 200 mila persone. Secondo la Central unitaria de trabajadores (Cut), il più grande sindacato della Colombia, le dimostrazioni hanno coinvolto circa 500 municipi, tra i quali tutti i grandi centri come Medellin, Baranquilla e Pasto, e sono da considerarsi “un’amplissima espressione di dissenso e ribellione sviluppata in modo pacifico”. La Cut ha fatto sapere di ritenere che “il governo dovrà prenderle in considerazione“.

Hanno animato le proteste svariate associazioni di studenti, femministe e ambientaliste. Il comitato nazionale dello sciopero, riporta il quotidiano locale El Nuevo Siglo ha sollecitato un incontro con il presidente per discutere “il dissenso contro il pacchetto di misure regressive in materia di economia, politiche sociali, lavoro e ambiente“. Duque ha risposto: “il nostro è un governo che ascolta, il dialogo è la bandiera del principale del mio esecutivo. Lo intensificheremo con tutti i settori della nostra società”.

Il sindaco di Bogotà, Enrique Penalosa, ha imposto il coprifuoco a tutti i quartieri della capitale della Colombia per contenere rivolte e saccheggi. 79 autobus del servizio pubblico sono stati danneggiati e  la polizia ha dovuto disperdere i manifestanti con i gas lacrimogeni, nella centralissima Plaza de Bolìvar.

El cacerolazo, come si chiama la rumorosa protesta in strada con pentole, padelle e campanelli,  contro le politiche del presidente Ivàn Duque sono programmate per tutto il fine settimana.