• (+34) 655-445-885
  • mail@lucavaccari.com
  • Lun – Ven: 9:00–18:00
  • Avda Amado Granell Mesado, 75 - 5M | 46013 - Valencia (Spagna)

Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Statali, si attende una riforma sostanziali con il 40% in smart working

 L’emergenza del Covid-19 ha cambiato un po’ tutto, anche la concezione che si aveva dei dipendenti pubblici, ma resta il solito distinguo: da una parte i dipendenti bravi che abbiamo sovrautilizzato, dall’altra personale poco qualificato che non è stato coinvolto e lasciato ai margini e che svolge poco e male lo smart working. Il lavoro da remoto ha accentuato una polarizzazione, già esistente, nella distribuzione dei carichi di lavoro che rispecchia la polarizzazione di competenze.

Impiegati pubblici sottoimpegati o sovraimpiegati: la Pubblica Amministrazione italiana necessita di una sostanziale riforma che è nell’agenda del Governo di Giuseppe Conte, come ribadito pochi giorni fa durante gli Stati Generali.

Emerge un mondo sommerso di sottoccupati, figli di una strutturale cattiva gestione del personale nella Pubblica Amministrazione (PA) e di una dirigenza immersa nell’attività funzionariale, poco capace di organizzare e programmare il lavoro. Molte attività come quelle di segreteria, ad esempio, presenti in molti processi e uffici, oggi sono scomparse o incorporate in quel processo di semplificazione prodotto dalla digitalizzazione.

Lo smart working resta la via ordinaria di lavoro e lo sarà, come già annunciato dalla ministra della P.A., Fabiana Dadone, oltre la data del 31 luglio, in modo da coprire tutto l’autunno. Il provvedimento ministeriale, da quanto si apprende, punta a regolare un ritorno in sicurezza e con gradualità. Il testo dovrebbe uscire tra fine giugno e inizio luglio. E recepirà quanto accordato tra ministero e sindacati.

Il Governo di Giuseppe Conte ha in agenda un cambiamento strutturale profondo, che porti nelle amministrazioni al 40% la quota dei dipendenti in lavoro agile. È tutto legato al PNR, slittato a dopo gli Stati generali, inoltre la presentazione del Piano nazionale di riforme e investimenti (Pnr), il cosiddetto Recovery Fund italiano, dovrebbe avere luogo nel prossimo mese di settembre. Lo ha detto oggi il ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, alle Commissioni riunite Esteri e Politiche dell’Unione europea di Camera e Senato, parlando del negoziato in corso relativo al quadro finanziario pluriennale 2021-2027.

“È intenzione del Governo, come afferma il presidente del Consiglio, di presentare il programma gi per settembre, in collegamento anche con il lavoro che si fa sulla nota di aggiornamento e quindi con il quadro macroeconomico che poi sarà alla base della legge di bilancio”, ha precisato Amendola.