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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Italia, perdite per 8 mld di euro nel turismo a causa dell’epidemia

L’epidemia mondiale di Covid-19, detto comunemente coronavirus, sta mettendo in ginocchio il settore del turismo che vale peri 15% del Pil nazionale.  La decisione di molti Stati di chiudere i trasporti con l’Italia rischia di avere un impatto negativo sull’economia nostrana specialmente nel periodo primaverile. A oggi hotel e resort italiani lamentano un pericoloso 80% di disdette dovute la timore dei turisti e alle restrizioni prese dal Governo di Conte.

Secondo quanto riportato da Confturismo e Confcommercio da marzo a maggio ci dovrebbe essere una perdita pari a 8 miliardi di euro con un crollo di 32 milioni di presenze. Numeri impressionati che rischiano di mettere in crisi un settore come quello del turismo che è sempre stato fondamentale per la nostra economia. La speranza resta quella di riuscire a ripartire in estate ma non sarà un compito semplice, anche perché non si può ipotizzare quanto come si diffonderà il virus.

La riviera romagnola è tra le principali zone che rischiano di soffrire maggiormente questa emergenza. “In tutti i decreti – ha dichiarato una delle imprenditrici della zona all’Ansa – si sono dimenticati di noi. Tutto fermo e noi dobbiamo tenere aperto mettendo a rischio la salute dei dipendenti […]. Ci siamo informati con la prefettura che ci ha detto di mettere mascherine ai lavoratori ma queste non se ne trovano più. E non sappiamo se potranno o meno accedere alla cassa integrazione“. Un problema in più per il settore alberghiero che deve fare i conti anche con diverse disdette anche per giugno. Un’emergenza che rischia di creare non pochi problemi alla nostra economia.

Il Governo ha assicurato il massimo impegno per aiutare questo settore ma per molti imprenditori le misure decise potrebbero equivalere ad una “morte assistita” perché non accompagnate da interventi strutturati e spalmati nel periodo medio-lungo. Per questo motivo il comparto del turismo chiede di riordinare il rapporto tra le pubbliche amministrazioni e le imprese per cercare di stabilire dei nuovi parametri di considerazione e sostegno a chi garantisce una percentuale molto importante del Pil.