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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Madrid decide (a fatica) fino al 21 giugno lo stato d’allarme

Il Governo di Pedro Sánchez e Pablo Iglesias ha votato per definire la sesta e ultima proroga dello stato d’allarme nazionale.  Fino al 21 giugno la Spagna rimarrà , in parte, congelata e con qualche restrizione, poi si tenterà il ritorno alla normalità scongiurando una nuova ondata di epidemia di Covid-19.

Il primo stato d’emergenza, lo ricordiamo, fu votato il 14 marzo e da quella data è stato in pratica spostato di due settimane per sei volte. Questo ha permesso all’esecutivo di accentrare le decisioni in materia di Sanità e Interni, per evitare che ognuno delle diciassette  Comunità indipendenti potesse fare per conto suo. Come osservatore, dei media spagnoli, e vivendo in Spagna, alla fine, posso garantire che molte autonomie, all’inizio dell’epidemia,  hanno fatto proprio come volevano loro, senza dare troppo ascolto a Sánchez. Finendo poi con litigare con Madrid. Alla fine poi, si sono messe in regola.

Madrid, avrebbe potuto imporsi con più forza, ma la situazione tragica dei quasi mille morti al giorno, in alcune settimane di massima crisi dell’epidemia, ha concesso più libertà. Nel mese di maggio il governo, che è nato a gennaio come esecutivo di minoranza, ha avuto grandi difficoltà per approvarlo per l’ostilità crescente del Partito Popolare e della Sinistra Repubblicana Catalana. A loro le accuse di voler approfittar dell’emergenza nazionale per indebolire l’esecutivo. Come del resto è stato accusato anche il Centro-Destra italiano, indignato perché il premier Conte non ha accettato le loro proposte per far ripartire l’Italia.

Anche questa volta Sánchez ha avuto un problema di maggioranza: si è salvato con l’appoggio di altri indipendentisti, i baschi di Bildhu e grazie ai centristi cattolici di Ciudadanos e il premier spagnolo, così,  è riuscito ad ottenere la sesta proroga.

Il Pp di Pablo Casado e Vox di Santiago Abascal, nel dibattito al Congresso di Madrid, hanno usato parole di fuoco per sottolineare l’incompetenza del Governo socialista nell’intervenire per arginare la pandemia.

Per la cronaca in questo momento la magistratura spagnola ha messo sotto inchiesta la Guardia Cvil spagnola: dopo la cacciate del comandante nazionale, Diego Pérez de los Cobos, ufficialmente perché “si è persa la fiducia in lui ”, i magistrati lo accusano apertamente di avere realizzato un’indagine nascosta sui presunti responsabili dell’autorizzazione delle manifestazioni femministe dell’8 marzo. L’indagine riporterebbe numerose false notizie e clamorosi errori per accusare in modo da accusare il delegato del governo a Madrid, José Manuel Franco (equiparabile alla figura di prefetto), di aver autorizzato le manifestazioni dell’8 marzo. L’indagine sarebbe stata completata e poi inviata senza informare del suo contenuto il Ministero degli Interni, da cui dipende la Guardia Civil.

Ma è soltanto una delle tante accuse. E ne parleremo presto qui.