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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Trump ingannato dai Tik Tok boys

Lui si aspettava un trionfo. Il primo grande comizio del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dopo l’emergenza del coronavirus e  George Floyd per mano di un poliziotto di Minneapolis.

E, invece, The Donald ha subito un terribile scherzo da parte di alcuni hacker americani. Il luogo scelto era il Bok Center di Tulsa, in Oklahoma. Lo staff presidenziale aveva associato più di un milione di biglietti al punto che Trump avrebbe dovuto tenere un altro discorso in un altro luogo di Tulsa.

Il Presindete degli Stati Uniti Donald Trump all’interno del Bok Center  di Tulsa in Oklahoma.

All’interno della sala di Tulsa erano disponibili 20 mila posti e si era chiesta la prenotazione online, cosa che ha scatenato un gruppo di hacker che hanno prenotato 14 mila posti, così che il giorno, del comizio il Presidente Usa si è ritrovato davanti a poco più che sei mila fan, invece che a 20 mila: soltanto un terzo della capienza.

L’immensa sala, così, è rimasta semivuota con grande disappunto di Trump. Secondo il responsabile dei pompieri di Tulsa, nel palazzetto ci sarebbero state circa 6.200 persone. Trump ha incolpato i media, i manifestanti del movimento per i diritti civili Black Lives Matter e anche il virus. Ma c’è un altro dettaglio che ha determinato il flop. Il comizio è stato rovinato di proposito, da una banda di attivisti tutt’altro che scontata.

A creare un vuoto tra le file di poltrone del Bok Center di Tulsa sarebbero stati gli adolescenti di TikTok. Senza fare niente di illegale, ma semplicemente sfruttando in modo furbo le regole per partecipare al comizio per trasformarlo in un atto di attivismo politico.

Quando il @TeamTrump ha pubblicato su Twitter l’annuncio per potersi registrare per la prenotazione dei biglietti gratuiti sull’app Trump2020 o sul sito di riferimento, loro non hanno fatto altro che prenotarli in massa. Per poi non presentarsi. Sfruttando il passaparola sui social e account mail creati ad hoc.

L’esterno del Bok Center di Tulsa, sede del primo meeting di Trump co suoi fedeli elettori,  con poche persone.

Un’azione di trolling che però non ha niente di illegale. Gli organizzatori degli eventi utilizzano infatti il metodo della pre-registrazione per avere un’idea di quante persone saranno poi presenti. Soprattutto in tempi di contingentamento come questo.

Secondo il sito americano Politico.com, i membri del team di Trump avrebbero scremato le possibili prenotazioni false. Per poi assicurare la partecipazione di un milione di persone. Ma a quanto pare avevano sottovalutato la «forza» dei TikToker. E in particolare di alcuni veri e propri vip di questo social network che hanno spinto gli utenti a far parte di questa mossa politica contro il presidente americano.

Su Twitter non mancano i post di chi ha «acquistato» il biglietto gratuito per poi dimenticarsi (con ironia) di «dover pulire le mie finestre tutto il giorno. Ora il mio posto sarà vuoto! Spero che nessuno di chi legge farà lo stesso errore. Vogliamo vedere le 19mila poltrone piene!». Oppure «Purtroppo devo portare la mia Tv a fare un giro quel giorno. Che peccato, non potrò farcela».

Uno dei Tik Tok Boys che scimmiotta il Presidente Trump: gli utilizzatori di questo potente social hanno prenotato quasi 14 mila posti per l’incontro con Trump al Bok Center di Tulsa, per poi non prsenterasi. Un atto pacifico di protesta, perfettamente legale.

E ancora: «Ho prenotato due posti ma lo stesso giorno lascio il paese per andare a nuotare nella piscina di raffreddamento del reattore di Chernobyl».

Ma chi ha organizzato questa «protesta» tanto social quanto pacifica? Dicevamo che dietro ci sono alcuni vip di Tiktok in particolare, il social network più amato dagli adolescenti che ha raggiunto i due miliardi di download.

In primis il gruppo auto-proclamatosi Elite TikTok o Alt TikTok. Si tratta di utenti che non si limitano ai classici lip-sync o a balletti virali, ma veri e propri creatori di contenuti originali, divertenti e raccolti in una «stanza» del social network. Tra questi, Addison Rae, Charli D’amelio e Chase Hudson, personaggi molto popolari tra i ragazzini, che hanno creato un brand di se stessi e hanno milioni di follower.

E che hanno sfruttato la loro popolarità per diffondere il messaggio anti-Trump — nato spontaneamente sul social — nonché boicottare l’evento gonfiando i numeri dei partecipanti. Tra un video e l’altro spuntavano dunque precise istruzioni su come pre-registrarsi con una mail falsa o un numero falso.

Nonché inviti a partecipare al boicottamento del comizio, poi eliminati 24 o 48 ore dopo per nascondere il piano. Un’altra famosa TikToker che ha invitato i suoi follower a boicottare Trump è la 51enne Mary Jo Laupp, anche nota come la nonna di TikTok. Un ruolo decisivo è stato giocato da un altro gruppo di «influencer di nuova generazione», ovvero i fan del pop sudcoreano, ovvero il K-pop.

Attivi anche su Twitter, non è la prima volta che si interessano di politica. O meglio, non è la prima volta che sfruttano le armi social, come il trolling, per sfidare la parte più conservatrice della politica americana.

La protesta dei TikToker non è la sola e principale causa del flop dell’evento di Donald Trump. Conseguenza certa della loro mobilitazione è stato il crescere verticale dei numeri di possibili partecipanti, fino a un milione, quando in realtà gli effettivi posti occupati sono stati poco più di seimila. Tanto da portare Trump a non presentarsi al secondo evento organizzato all’aperto.

Certo è che in uno Stato prevalentemente conservatore sono stati davvero in pochi a uscire di casa e dirigersi al Bok Center di Tulsa per ascoltare il comizio del presidente. Gli Stati Uniti sono ancora nel pieno dell’emergenza coronavirus, che potrebbe aver influito sulla reticenza a partecipare.

Anche perché il parere delle autorità sanitarie non era favorevole all’evento, che peraltro non imponeva l’uso di mascherine. Di sicuro però, l’annuncio di avere un milione di partecipanti non ha aiutato a convincere persone ancora diffidenti a infilarsi in una folla senza distanziamento sociale solo per sostenere il loro candidato repubblicano.

E, da questo punto di vista, la mossa dei TikToker si può dire abbia funzionato.

Applaude la politica democratica e attivista Alexandria Ocasio-Cortez. «Veramente sei stato fregato da adolescenti di TikTok che hanno inondato la campagna di Trump con prenotazione di biglietti falsi e ti hanno ingannato facendoti credere che un milione di persone volevano aprire il tuo microfono da suprematista bianco abbastanza da riempire un’arena durante il Covid», ha risposto al Tweet del capo della campagna elettorale di Trump Brad Parscale dove denunciava la presenza di «protestanti radicali, caricati da una settimana di copertura mediatica apocalittica» che hanno persino «bloccato gli accessi al metal detector».