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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Pensioni: italiani tra quelli che risparmiano meno nella UE

Gli europei tra cui anche gli italiani risparmiano poco per la previdenza. Così emerge da un’indagine realizzata a febbraio 2020 da Insurance Europe, la federazione degli assicuratori continentali, che ha interpellato 10.174 cittadini di dieci Paesi dell’Unione per conoscere se risparmiano abbastanza per le loro pensioni future e quali caratteristiche quelle prestazioni debbono avere per soddisfare le loro aspettative e bisogni.

Dall’inchiesta emerge che in Europa sarebbero necessari accantonamenti annui supplementari di 2000 miliardi di euro per integrare le future rendite pubbliche e avere pensioni adeguate alle necessità. Tuttavia quasi la metà dei cittadini del continente, per l’esattezza il 43%, non sta risparmiando per questa finalità. Molti non sono in grado di farlo per ristrettezze economiche e redditi insufficienti, ma non mancano quanti non sanno di doverlo fare e non sono pienamente informati e consapevoli di quello che li aspetta. In particolare nei dieci paesi oggetto dell’indagine (Austria, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Spagna, Svizzera e Ungheria), ben il 43% degli intervistati non risparmia per le proprie pensioni di scorta future.

La mancanza di disponibilità economica è indicata come il motivo principale dal 42% dei “non previdenti”. Seguono quanti non sono interessati e quelli che, pur non risparmiando oggi, pensano di avviare in futuro un piano di risparmio specifico. È comunque significativo il fatto che più della metà (esattamente il 62%) di quanti attualmente non stanno accantonando risorse aggiuntive per la vecchiaia, sono consapevoli di doverlo fare e mostrano interesse. Ma, appunto, c’è chi non è in condizioni di farlo e chi rinvia la scelta nel tempo.

Si registrano variazioni significative riguardano le diverse classi di età o di genere. Tra le donne, ad esempio, la quota di chi non risparmia sale al 47% e lo stesso si verifica per i giovani tra 18 e 35 anni di età, proprio coloro che avrebbero la maggiore convenienza a iscriversi a un piano pensionistico. Anche il livello di istruzione, infine, influisce sulle scelte di risparmio. Il conseguimento di un diploma o di una laurea è associato a una quota più elevata di risparmio previdenziale.

Sul lato dei virtuosi, quelli che dichiarano di accantonare risparmi per la pensione, preferiscono concentrarsi sulla previdenza complementare, (fondi pensione occupazionali, istituiti a livello aziendale o di categoria). Le Le preferenze del 40% di chi sta risparmiando in piani pensionistici individuali è indirizzata verso forme di risparmio personali a cui si aggiunge il 27% di chi sceglie altri prodotti d’investimento, rispetto al 33% di chi preferisce i fondi pensione collettivi.

Guardando all’Italia, la percentuale di chi non risparmia per la previdenza, o per necessità o per scarso interesse, è più alta della media europea e raggiunge il 53%.

Dei “non previdenti” italiani, coloro che vorrebbero risparmiare ma attualmente non sono in grado di farlo sono il 44% di chi non risparmia e rappresentano circa un quarto dell’intero campione degli italiani interpellati, il 23%, rispetto al 18% medio in Europa. Il 28% non è interessato ad accantonare risorse per la vecchiaia e il 15% pensa di iniziare a farlo nel futuro. C’è infine una fascia di indecisi pari al 13%.

La survey sottolinea anche che in aggiunta alle ragioni già esposte, per spiegare la mancanza di sufficiente risparmio previdenziale c’è anche da considerare che le aliquote contributive obbligatorie nel sistema previdenziale di base (su tutte, il 33% della retribuzione per i lavoratori dipendenti) sono rimaste molto elevate.

Infine dopo mesi di lockdown dell’economia e la quarantena forzosa imposta a milioni di cittadini, il canale digitale è divenuto improvvisamente per gli Italiani la modalità principale per comunicare e lavorare. Ben il 74,5% preferiscono il canale digitale nell’informazione e la vendita di piani di risparmio previdenziale.