• (+34) 655-445-885
  • mail@lucavaccari.com
  • Lun – Ven: 9:00–18:00
  • Avda Amado Granell Mesado, 75 - 5M | 46013 - Valencia (Spagna)

Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Merkel e Prodi spingono per gli aiuti del Mes

La cancelliera tedesca Angela Merkel va dritta al punto: «Non abbiamo messo a disposizione tutte queste risorse perché restino inutilizzate». Le risorse sono gli aiuti Mas previsti per i Paesi della Ue in difficoltà economiche.

Il fondo di aiuti per l’Italia vale 36 miliardi di euro e  potrebbe essere utilizzato, ad un tasso di interesse pressoché nullo, per interventi sul sistema sanitario, anche in previsione di una probabile seconda ondata di Coronavirus.

La Cancelliera tedesca Angela Dorothea Merkel (1954), Eletta al Parlamento tedesco nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore, è Presidente dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU) dal 9 aprile 2000. È favorevole all’uso dei fondi del Mas per aiutare i Paesi della Ue in difficoltà.

Ma a ostacolare l’erogazione degli aiuti, ci sono alcuni Paesi del Nord., oltre al timone che chi accetta il denaro rischia di finire nelle braccia della Troika. La Merkel ha rotto un po’ gli schemi e ha parlato così poco diplomaticamente da indurre il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a risponderle in maniera altrettanto chiara e netta: «Sul Mes non è cambiato nulla, rispetto le opinioni di Angela Merkel, ma a fare i conti sono io, con il ministro Roberto Gualtieri, i ragionieri dello Stato e i ministri».

Un botta e risposta che si inserisce nel solco di una battaglia, tra favorevoli e contrari, che impazza da settimane ma che deve anche fare i conti con i numeri in Parlamento che, per ora, non sembrano favorevoli ad un via libera all’utilizzo dei fondi europei.

Prima di entrare nel merito dei rapporti di forza alle Camere, è il caso di ricordare che l’opinione della Merkel è stata sposata in precedenza dal commissario italiano Paolo Gentiloni e dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

A favore del Mes si è detto anche l’ex premier ed ex presidente della Commissione Ue Romano Prodi. Tra i partiti, spingono per un via libera sia il segretario del Pd Nicola Zingaretti che il leader di Italia viva Matteo Renzi. Così come, nel campo opposto del centrodestra, si è sempre dichiarato assolutamente convinto dell’utilità del Mes anche il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi.

Sul fronte del no, sono graniticamente schierati il M5S, sul fronte della maggioranza di governo, e Lega e Fratelli d’Italia tra le opposizioni. Quelle conversazioni tra Conte e Berlusconi.

Al Senato la maggioranza giallorosa ha  numeri risicati, ma i 5 Stelle rimangono schierati contro il Mes, così i  contrari raccolgono 175 voti (su 319) contro i 112 dei favorevoli. Ci sono altri 32 voti che è difficile attribuire all’uno o all’altro fronte (8 delle Autonomie, 22 del Misto e 2 di senatori a vota non iscritti a nessun gruppo) ma che non sono comunque in grado di spostare l’ago della bilancia.

Alla Camera, il piatto della bilancia dei contrari è ancora più pesante. In totale, raccolgono 361 voti sicuri contro i 227 dei favorevoli (poi ci sono altri 44 voti del gruppo Misto variamente attribuibili).

Se il Movimento 5 Stelle non cambia posizione, è difficile immaginare che, nonostante gli autorevoli auspici, l’Italia possa decidere di utilizzare i fondi europei.

C’è chi ipotizza manovre varie per arrivare, come è già successo per altri temi spinosi per i pentastellati (come la Tav), a vincere in qualche modo le resistenze.