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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

La Spagna pensa a promulgare la quarantena per la terza volta

Se il numero dei contagi in Spagna ha superato i 200.120  (13 mila in più che l’Italia), il totale giornaliero dei decessi continua diminuire e scende a 499, il dato più basso.
I guariti sono oltre 85mila in questa situazione di stallo con numeri uguali che non dimostrano una riduzione giorno dopo giorno che regala speranza.

La Comunità di Madrid rimane l’autonomia più colpita da contagi e morti: 52.946 contagi e 7.132 morti. Segue la Catalogna (39.943 casi e 3.879 morti). Molto colpite anche le due Castiglie: in Castiglia-La Mancia 16.349 casi e 1.913 morti, in Castilla y León 15.293 casi e 1.429 morti.

Intanto a Madrid, il premio Pedro Sánchez pensa a una nuova proroga dello stato d’emergenza al 10 maggio. Se sarà votata sarà la terza proroga dal 14 marzo. Inizio dell’emergenza in Spagna. A differenza che in Italia, qui non si parla di “fase 2” ma di “desescalada”, che è lo stesso concetto. Una fase in cui le misure restrittive si ridurranno. Sembra sempre più evidente che le riaperture saranno però molto lente e graduali, ma non c’è ancora chiarezza sul come e quando.

Anche in Spagna infuri il dibattito su quando riaprire e come. Si parla di una diminuzione delle restrizioni, per constare l’apertura di più negozi, mantenendo però le misure di sicurezza per evitare i contagi. Cruciale è anche la questione dei bambini, da troppo tempo al chiuso: si pensa a stabilire la possibilità di permettere loro di fare sport vicino casa. In Spagna, infatti, non è permesso a nessuno fare sport, anche a due passi da casa. Tale proposta è ferma da settimane alla Moncloa con la preoccupazione che il miglioramento è molto lento e imporrà scelte diverse.
All’interno dell’esecutivo socialista-podemos esistono deputati propensi per una maggiore flessibilità della quarantena. Altri, invece, vorrebbero lasciare la situazione così come è.