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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Il nuovo Governo di Sánchez potrebbe insediarsi prima del 6 gennaio

A Madrid si corre senza pausa per arrivare alla votazione al Congreso per l’investitura a premier di Pedro Sánchez ora che è arrivato il via libera anche della Sinistra Repubblicana Catalana (ERC) , ultimo scoglio che sbarrava il cammino ai Socialisti e Podemos.

Dopo quasi un anno senza un governo pienamente in funzione, un nuovo esecutivo potrebbe insediarsi fra il 2 ed il 5 gennaio, quindi prima dell’Epifania e nel pieno delle celebrazioni per i Re Magi, molto sentite in Spagna. Poche ore fa c’è stato anche un’intesa tra PSOE e PNV (il Partito Nazionalista Basco), che rende più facile le cose per Sánchez. Il 12 novembre, lo ricordiamo, il partito socialista (PSOE) e Unidas Podemos (UP) avevano firmato un patto per governare insieme il Paese. Avevano però bisogno, per ottenere la fiducia nel voto di insediamento e, contemporaneamente, anche dell’astensione di alcuni partiti. E così è successo. Uno di questi è per l’appunto ERC,  da alcuni anni convertitosi alla causa  indipendentista.

Le trattative sono iniziate in segreto la scorsa estate e sono andate avanti anche durante la violenta contestazione di Barcellona dello scorso autunno che ha portato per tre settimane consecutive  guerriglia e incendi nelle strade della città di Gaudì a causa della dure pene inflitte ai leader secessionisti dal Tribunale Supremo di Spagna per i disordini del 2017.

Il premier Pedro Sánchez, per un ritorno personale, si è accordato col nemico, il partito catalano che non riconosce l’autorità di Madrid, nega la nazione Spagna, contesta la Corno di Spagna e vuole sganciarsi per creare una sua repubblica indipendente, pur cecando il sostegno e l’auto dell’Europa. Le trattative con PNV, il partito della sinistra basca Eh-Bildu sono state meno dolorose e i baschi dovrebbero astenersi per permettere a Sánchez e Iglesias un esecutivo progressista di sinistra. Così  nuovo governo avrà come presidente del Congresso Sánchez, già premier dal giugno 2018 e fino ad ora ad interim. Sarà, tuttavia, un esecutivo debole, zoppicante, sotto il ricatto dei catalani che prima o poi passeranno all’incasso delle promesse che il leader socialista ha speso per convincerli a un appoggio esterno. E sarà il primo Governo di Spagna con la sinistra al potere per la prima volta dal 1976.