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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Il “no” alle messe che fa infuriare la Cei spagnola e italiana

La Chiesa italiana dichiara guerra al Governo di Giuseppe Conte per la conferma al divieto di celebrare la messa. Anche nella fase due, dopo il 4 maggio, tutti luoghi di culto, dovranno rimanere chiusi.

I dati sulla diminuzione del contagio del Covid-19 sono buoni, ma non ancora adatti per la riapertura delle chiese cristiano-cattoliche no.  Tutte le cerimonie di culto sono sospese da marzo per l’emergenza sanitaria.

La celebrazione della messa all’interno della Sagrada Familia di Barcellona. In Spagna da marzo tutte le cerimonie di culto sono proibite per l’emergenza sanitaria.

E a questo punto la Cei (Conferenza Episcopale Italiana, l’organo del Vaticano formato da vescovi che coordina i preti e le diocesi sparse in Italia), ha tuonato, tramite un documento per la stampa: “I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto“.   La Dei freme pe ripartire da subito con le funzioni religiose in pubblico. Tuttavia l’esecutivo di Conte lo esclude  preoccupato per una impennata dei contagi e dei morti. Così è aperto lo scontro con la Chiesa.

E se la Cei borbotta, forse dimenticano che l’Italia è uno Stato laico e che nulla può imporre, in Spagna, nelle medesima situazione con le chiese chiuse,  fioccano denunce per decine di messe celebrate di nascosto nonostante il divieto. Eldiario.es ha denunciato il fatto che in Spagna decine di sacerdoti se ne sono infischiati del decreto legge dell’esecutivo di Sánchez e hanno officiato lo stesso alla messa. In almeno sette città spagnole sono dovute intervenire le forze dell’ordine per fermare le messe.