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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Il mattone italiano resiste alla crisi, dopo dieci anni aumentano i prezzi

Il settore immobiliare mostra una capacità di resistenza alla debolezza del contesto economico  che è superiore alle attese. Pur emergendo segnali di ricomposizione del mercato che potrebbero indebolire l’attuale crescita del settore che si sta verificando in Italia.

Gli ottimi risultati di Milano non sono una novità, mentre appaiono più sorprendenti i progressi di Bologna e Padova, dove tutti gli indicatori tendono a delineare un mercato residenziale in costante recupero.

I prezzi  si muovono col segno meno sono il -0,6% sul valore d’acquisto dei negozi e il -0,7% degli uffici. Il mercato creditizio continua ad essere il principale condottiero del settore immobiliare. Se da un lato le favorevoli condizioni basse dei tassi di interesse spingono alla sottoscrizione di mutui,  la fragilità reddituale delle famiglie dovuta alla recessione spinge le banche a mantenere criteri molti rigorosi nel vagliare nuovi finanziamenti. Questo, pur con tassi agevolati, sta frenando l’erogazione del credito: nel  2019 l’erogazione dei mutui sono scese dal 58,2% del 2018 al 51,8%. Questo spiega perché gli italiani stanno mettendo mano ai propri risparmi nelle compravendite residenziali. 

Rispetto al 2008 le compravendite di abitazioni nell’insieme dei maggiori mercati sono cresciute di 16 mila unità, mentre nel complesso il mercato italiano sconta ancora un differenziale negativo di 60.300 unità.

Parlando, invece, di locazioni l’aumento degli affitti (a  lungo periodo o a breve), ha favorito la risalita dei canoni che per il secondo anno consecutivo sono aumentati dell’1% annuo.