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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Il Governo Sánchez ha più ministre che i precedenti

Tra i tanti record del nuovo Governo di Pedro Sánchez, oltre al fatto di essere un esecutivo con all’interno un movimento di sinistra (Unidos Podemos), appoggiato da altri piccoli partiti comunisti, nazionalisti e regionalisti, oltre ad essere il primo esecutivo di coalizione (PSOE e Podemos), e oltre ad avere undici donne e undici uomini (rispetto preciso delle pari opportunità), è anche il Governo che ha più ministre in assoluto negli ultimi quarant’anni.

La ministra de Hacienda María Jesús Montero, la vicepresidenta Carmen Calvo e la ministra de Educación Isabel Celaá.

Dal 1976 al 2018 non c’era mai stata una proporzione così equilibrata fra numero di donne e uomini nell’esecutivo.
Fino al 2018 il numero di donne è sempre stato inferiore a quello degli uomini. Nel giugno del 2018, quando il socialista Sánchez, a seguito di un ribaltone imposto da una mozione di sfiducia costruttiva, si ritrovò per le mani la Presidenza del Consiglio, lasciatagli dal popolare Mariano Rajoy, c’erano già più donne che uomini, tanto che ci fu un dibattito sulla necessità di usare la dicitura “Consiglio delle Ministre”. Il nuovo esecutivo targato Psoe-Podemos ha anche tra le 11 ministre, ben tre in qualità di vicepresidenti, mentre ha un solo vicepremier, Pablo Iglesias, numero uno di Podemos. 
I governi socialisti spagnoli, dagli anni Duemila in poi, si sono sempre impegnati per una maggior parità uomo-donna: il secondo Governo di Luis Rodriguez Zapatero, nel 2008, raggiunse quota 50-50. Molto meno attenti a questo aspetto i governi del Partido Popular (PP) con un numero sempre maggiore di ministre che ministre, infatti prima degli anni Novanta, sia a destra che a sinistra, la  presenza delle donne al Congreso è sempre stata molto limitata.