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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Il Family Ct spiegato a tutti

Il Consiglio dei Ministri ha ultimato lo scorso 11 giugno un progetto di legge delega destinato a introdurre una serie di misure di sostegno alle famiglie. Il pacchetto, ribattezzato con il nome di Family Act, include:

un assegno universale per i figli fino al compimento della maggiore età;
il riordino delle misure di sostegno all’educazione dei figli;
un rinnovo della disciplina dei congedi parentali e di paternità;
incentivi al lavoro delle madri e l’armonizzazione dei tempi di vita e lavoro;
incentivi all’autonomia e al protagonismo giovanile.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha presentato i punti fondamentali del Family Act

Il complesso delle misure (che avevamo visto più nel dettaglio in questo articolo), è volto a garantire un contesto economico più favorevole per le famiglie, che, in ultima analisi, possa contribuire a frenare il calo delle nascite in Italia.

Entriamo nel dettaglio dell’iter di approvazione delle misure. Al momento il disegno di legge delega attende l’approvazione parlamentare. Camera e Senato saranno dunque chiamate a votare la legge delega, la quale, a sua volta, affiderà al governo un mandato a legiferare sulle materie indicate. Ciò avverrà sulla base di espliciti principi ed entro determinate scadenze temporali.

Se il ddl Family Act fosse approvato senza modifiche, il governo sarebbe tenuto a rispettare scadenze diverse per emettere i decreti legislativi relativi a ciascuna misura. Vediamo nel dettaglio le tempistiche.

Per quanto riguarda l’istituzione dell’assegno universale il governo avrebbe tempo fino al 30 novembre 2020 per emettere il decreto legislativo (noto anche come decreto delegato).
Per quanto riguarda il riordino delle misure di sostegno all’educazione dei figli e gli incentivi al lavoro delle madri e l’armonizzazione dei tempi di vita e lavoro la legge delega offrirebbe al governo una finestra di 12 mesi a partire dall’approvazione della legge delega.
Infine, “entro ventiquattro mesi dall’entrata in vigore della legge” il governo avrà la possibilità di varare “uno o più decreti legislativi di potenziamento, riordino, armonizzazione e rafforzamento della disciplina inerente i congedi parentali, gli incentivi al lavoro femminile, le misure di sostegno alle famiglie per la formazione delle figlie e dei figli e per il conseguimento dell’autonomia finanziaria”, aveva sintetizzato una nota di Palazzo Chigi.