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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Giù dell’1,7% il potere d’acquisto degli italiani

Nei primi tre mesi del 2020 il reddito lordo disponibile delle famiglie è sceso dell’1,6% rispetto al trimestre precedente. Lo rileva l’Istat, spiegando che il reddito in termini reali, ovvero il potere d’acquisto, è calato dell’1,7%. «Le misure di sostegno ai redditi introdotte per contenere gli effetti negativi dovuti all’emergenza sanitaria hanno limitato in misura significativa la caduta del reddito disponibile e del potere di acquisto delle famiglie», sottolinea l’Istat nel commento ai dati.

Sale intanto la pressione fiscale nel primo trimestre che è stata pari al 37,1%, in crescita di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Balza nel primo trimestre di quest’anno al 10,8% il rapporto tra deficit e Pil. Lo rileva l’Istat, ricordando che nello stesso periodo del 2019 si fermava al 7,1%. L’incidenza dell’indebitamento sul Pil  «è sensibilmente aumentata» per «la riduzione delle entrate e l’aumento delle uscite», che includono – spiega lo stesso Istat – «le spese straordinarie per cassa integrazione guadagni e varie tipologie di indennità relative al mese di marzo», finalizzate ad affrontare l’emergenza.

La quota di profitto delle società non finanziarie è risultata pari al 42,3% nel primo trimestre, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto agli ultimi tre mesi del 2019. Lo comunica l’Istat, sottolineando che il tasso di investimento, pari al 20,9%, è diminuito di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.