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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Effetto virus, Spagna ha due milioni di disoccupati in più

Quando ormai ogni record di decessi è superato, la Spagna messa in ginocchio dal Covid-19, in balia dell’epidemia che sta ferendo le economie di tutto il mondo, in particolare quella europea, Madrid deve congelare tutte le attività industriali e del terziario che non sono necessarie.

Il premier socialista Pedro Sanchez è costretto a fermare fabbriche e aziende per tentare di fermare i contagi che quasi toccano le 80 mila persone, mentre i morti si avvicinano a 7 mila unità. Un tentativo per non fare collassare definitivamente il sistema sanitario pubblico, sconvolto dall’impennata di contagiati e di morti. Soltanto nella Comunità di Madrid la media dei morti è di 150 al giorno tanto che sono totalmente esaurite le bare e i corpi giacciono dentro sacchi militari nel ventre sotterraneo  delle camere mortuarie degli ospedali, ormai tutte esaurite. Non si trova una cela frigorifera disponibile, perché mancano le casse da morto, così il palazzo del Ghiaccio di Madrid è stato trasformato in un enorme obitorio a 3°C per evitare la decomposizione dei cadaveri in attesa di chiuderli in una cassa da morto e di essere cremati.

E quando l’epidemia sarà stata sconfitta e il Paese ripartirà, si dovranno contare i danni che l’effetto Coronavirus ha fatto sulla già compromessa economia spagnola dall’ultima crisi. Tuttavia nell’ultimo anno la Spagna era tornato a crescere a un livello buono tra il 2 e il 3%. Ora per Sanchez si potrebbero materializzare, alla fine dell’emergenza sanitaria, tra i 4 e i 5 milioni in più di disoccupati. Attualmente se ne stimano già due milioni.
La chiusura forzata delle attività produttive è destinata a ridurre pesantemente la crescita del Pil per almeno tre trimestri, ma – quel che è peggio – potrebbe tagliare fino a due milioni di posti di lavoro. «A meno che il governo e l’Europa non facciano qualcosa per sostenere le imprese e le famiglie», dice Nuno Fernandes, economista della Iese Business School.

Priva di misure d’emergenza, la Spagna subirà la  recessione e un cospicuo aumento della disoccupazione, tanto che il Paese iberico potrebbe rivivere l’incubo della grande crisi legata al mattone, con le casse di risparmio da salvare, e il tasso di disoccupazione al 27% (sei milioni gli spagnoli).  Il coronavirus ha già costretto le imprese spagnole a sospendere dal lavoro quasi due milioni di dipendenti, a carico degli imprenditori.

Il ministero del Lavoro spagnolo sta già ricevendo  richieste di accesso alla cassa integrazione, incrociati con le segnalazioni che arrivano dalle regioni autonome. Stanno materializzandosi situazioni gravissime nelle aree industriali della Catalogna e nelle zone costiere legate al turismo come Murcia, le Isole Baleari e le Isole Canarie. È stata interrotta la produzione in tutti gli stabilimenti dei grandi gruppi presenti nel Paese. Il colosso del tessile Inditex, dopo aver dovuto chiudere i negozi in tutto il mondo (tranne che in Cina dove stanno, a poco a poco, riaprendo), ha previsto un «licenziamento temporaneo» per 25mila addetti, se lo stato di emergenza si dovesse protrarre fino a maggio.