Sembra una favola, ma non lo è, perché è pura realtà. La Bill Gates Foundation, la fondazione privata più grande al mondo con 50 miliardi di patrimonio, creata dall’inventore di Microsoft e da sua moglie Melinda, ha deciso di finanziare il progetto di uno sconosciuto operaio italiano con un milione di euro.
Il fortunato start-upper non è proprio un ragazzino, ma il suo progetto è proprio ciò che Gates e soci cercavano: una speciale pompa idraulica da usare nei Paesi poveri dell’Africa. Vincenzo Di Leo è un ex operaio di 72 anni a Cavenago di Brianza con una fabbrica la Idee & Prodotti srl con quattro operai.
Il sito della “Idee & Prodotti srl” spiega che l’azienda “ricerca, sviluppa, produce e commercializza tecnologie integrate per il trattamento dei reflui”; mezzo milione di fatturato nel 2016, un milione nel 2019. È l’unica azienda tradizionale italiana che ha ricevuto fondi dalla Fondazione di Gates che in passato hanno aiutato l’Istituto Superiore di Sanità Italiano.
La piccola azienda lombarda ha sviluppato una pompa in grado di gestire efficacemente la spazzatura per lo svuotamento delle latrine nei paesi in via di sviluppo. Il tutto inquadrato nel programma “Global Growth and Opportunity” della Fondazione. La scintilla scocca all’Ifat 2016 di Monaco di Baviera, una fiera internazionale di tecnologie ambientali.
Un emissario della Gates Foundation passa davanti allo stand della società brianzola e osserva la pompa Tarua esposta. Vincenzo Di Leo gli spiega come funziona: la caratteristica innovativa è la tolleranza, cioè la capacità di far passare detriti insieme ai liquidi. In pratica tutto quello che passa dal tubo di aspirazione passa anche dal corpo pompa senza bloccarla; non sono dunque necessari nè trituratori né griglie.
In questi anni, con la creazione del prototipo della Tarua, la Fondazione ha voluto sempre mantenere il controllo sullo sviluppo della pompa, impegnandosi anche a sostenere le spese di sviluppo. L’invenzione di Di Leo che potrebbe migliorare la vita di milioni di persone, necessita ancora di qualche investimento. Ma le spalle di questa piccola azienda lombarda sono ampie, forti e coperte grazie al filantropo Bill da Seattle.