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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Bankitalia, Visco: “L’evasione fiscale influenza la tassazione”

Il coronavirus e le misure di contenimento hanno scatenato “una crisi senza precedenti nella storia recente, che mette a dura prova l’organizzazione e la tenuta dell’economia e della società”. Lo si legge nelle considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.

Ignazio Visco, 71 anni,  Governatore della Banca d’Italia dal 2011: “L’evasione fiscale danneggia tutto il sistema pubblico e si ripercuote sul gettito fiscale a carico degli italiani”

La pandemia e la recessione, sottolinea Visco, “aprono scenari di estrema incertezza che rendono molto difficile tratteggiare i contorni dei nuovi equilibri che si andranno a definire”. La propagazione del virus, aggiunge Visco, “ha avuto forti ripercussioni finanziarie, con un massiccio spostamento di fondi verso le attività ritenute più sicure e un calo repentino della liquidità dei mercati. Sono crollate le quotazioni del petrolio, delle azioni e delle obbligazioni di società con merito di credito meno elevato. Bruschi deflussi di capitali hanno causato un ampio deprezzamento delle valute dei paesi emergenti. I rischi di instabilità sono notevolmente aumentati”.

Gli effetti immediati sull’attività produttiva mondiale “sono stati marcati”, dice ancora il governatore. E mette in guardia sull’incertezza del futuro: “Quelli che ancora si registreranno sono difficili da valutare, rifletteranno in primo luogo fattori di natura non economica quali l’evoluzione dei contagi, con il possibile riemergere di nuovi focolai, e la durata delle misure di contenimento. Molto dipenderà dalla dimensione e dall’efficacia delle politiche di sostegno messe in campo nei diversi paesi, dall’andamento della fiducia delle famiglie e delle imprese e da quanto questa esperienza modificherà i nostri comportamenti”. “Le pressioni disinflazionistiche potrebbero essere forti e persistenti; ne è un segnale la caduta, nei principali paesi, delle attese

 La profondità della recessione potrebbe essere amplificata da nuove turbolenze sui mercati, dall’accentuarsi delle tendenze protezionistiche emerse nello scorso biennio, dal diffondersi di casi di insolvenza nelle economie in misura tale da innescare crisi sistemiche nel settore finanziario”, conclude Visco.

Accanto ai nodi strutturali da sciogliere, Visco individua molti punti di forza della nostra economia. Grazie al recupero di competitività delle nostre esportazioni e ai forti avanzi commerciali registrati dal 2012 la posizione netta sull’estero dell’Italia ha raggiunto un sostanziale equilibrio. Le condizioni finanziarie delle banche e delle imprese sono migliori oggi che nel 2007. La ricchezza netta, reale e finanziaria, delle famiglie italiane è elevata: 8,1 volte il reddito disponibile contro 7,3 nella media dell’area dell’euro. E ancora: il debito delle famiglie è basso nel confronto internazionale ed è concentrato presso i nuclei con una maggiore capacità di sopportarne gli oneri; a fine 2019 ammontava a poco meno del 62 per cento del loro reddito disponibile, contro il 95 nella media dell’area dell’euro (con una punta di oltre il 200 per cento nei Paesi Bassi), il 96 negli Stati Uniti e il 124 nel Regno Unito. Alla fine del 2019 il debito delle imprese era pari al 68 per cento del PIL, contro il 108 dell’area dell’euro e valori superiori al 150 per cento in Francia e nei Paesi Bassi.

Nel complesso del settore privato, il debito era pari al 110 per cento del PIL, oltre 50 punti in meno del valore medio dell’area dell’euro. Questi dati positivi, ammette Visco, “mostrano tuttavia uno iato tra le risorse e l’effettiva capacità di utilizzarle per ritornare a una crescita sostenuta ed equilibrata, tale da riportare l’Italia il più rapidamente possibile ai livelli di benessere dai quali si è allontanata da oltre dieci anni, e per offrire alle generazioni future concrete possibilità di progresso negli standard di vita, nelle condizioni di salute, nei livelli di cultura generale”.

“Ciò che soprattutto ci differenzia dalle altre economia avanzate è l’incidenza dell’economia sommersa e dell’evasione che si traduce in una pressione fiscale effettiva troppo elevata per quanto rispettano pienamente le regole“. Così il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco che invita ad “un profondo ripensamento della struttura della tassazione, che tenga contro del rinnovamento di sistema di protezione sociale, deve porsi l’obiettivo di ricomporre il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi”. Per Visco “le ingiustizie e i profondi effetti distorsivi che derivano da evasione e sommerso si riverberano sulla capacità di crescere e di innovare delle imprese; generano rendite a scapito dell’efficienza del sistema produttivo”, ha conluso