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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Bankitalia, l’allarme dell’Uif: con il Covid-19 più rischi di riciclaggio

«La situazione di grave necessità che ha colpito tanti cittadini favorisce l’attivismo della criminalità organizzata nell’occupare spazi ritenuti non coperti dall’intervento dello Stato e ampliare in tal modo la penetrazione nel tessuto sociale con offerte di sostegno finanziario e protezione in cambio di servizi illegali e omertà».

È quanto scrive Claudio Clemente, direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, nella sua relazione di presentazione del rapporto dell’attività svolta nel 2019: «Rischi rilevanti possono derivare dall’acquisizione illecita delle varie forme di sussidi pubblici a sostegno dei cittadini e delle imprese disposte dalle recenti normative nazionali e regionali». Ma possono emergere anche «casi di collusioni di funzionari pubblici, di persone politicamente esposte o di imprese a questi collegate, volte a favorire l’accesso ai fondi anche in assenza dei requisiti richiesti», e potrebbero aumentare le frodi attraverso «false attestazioni di possesso dei requisiti previsti per l’erogazione degli aiuti».

Claudio Clemente, direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, nella sua relazione di presentazione del rapporto dell’attività svolta nel 2019.

L’Uif ha effettuato una «tempestiva analisi e disseminazione delle segnalazioni di operazioni sospette (Sos) collegate al Covid-19», ha sottolineato Clemente. Fra marzo e maggio 2020 il numero delle segnalazioni analizzate e trasmesse agli organi investigativi è aumentato di circa l’8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a quota 28.300. «L’attività è stata volta anche a comprendere, anticipare e condividere con gli operatori le minacce come le frodi su Dpi (dispositivi di protezione individuale come le mascherine, ndr), truffe online per raccolte fondi, infiltrazioni dei gruppi mafiosi, usura, eccetera».

La Uif — dice ancora il direttore — ad aprile ha emanato «una specifica comunicazione volta a sensibilizzare i segnalanti sui profili di rischio connessi alla pandemia e alle sue conseguenze economiche e finanziarie e ad agevolare il riconoscimento di nuove tipologie di comportamenti sospetti».

Le segnalazioni di operazioni sospette ricevute da parte dei soggetti obbligati sono state 105.789, circa 7.700 in più rispetto a un anno prima (+7,9%); l’aumento è ascrivibile interamente a sospetti di riciclaggio, in quanto le Sos di finanziamento del terrorismo si sono attestate a 770 unità (-27,8%), per una minore percezione della minaccia di matrice islamica. Le segnalazioni complessivamente analizzate e trasmesse dalla Uif agli organi investigativi sono state 106.318 (+8,4%).

Clemente evidenzia la necessità di aumentare la collaborazione tra la autorità tra la Uif europee. «Anche a seguito di gravi problemi riscontrati in alcuni paesi del Nord e dell’Est Europa, a causa dell’infiltrazione nel sistema bancario di rilevanti flussi illeciti, gli organi europei hanno avvertito la necessità di riconsiderare l’effettiva adeguatezza dei sistemi antiriciclaggio dei singoli Paesi, delle stesse norme comuni e della loro concreta applicazione. Emerge un quadro normativo europeo che sollecita una ulteriore crescita dei livelli di collaborazione a livello sia domestico sia internazionale».

Ma l’Italia va — secondo il direttore dell’unità di intelligence finanziaria — da un’altra parte: «Non sempre in tale direzione si sono mossi i recenti interventi legislativi italiani che, per taluni profili, hanno reso di fatto ancor più difficile e complesso l’accesso della Uif alle informazioni investigative, incidendo negativamente sulla capacità di fornire alle altre Fiu (financial intelligence unit, ndr) una collaborazione tempestiva ed efficace. Anche sul fronte domestico, la nuova disciplina ha segnato un arretramento, restringendo ulteriormente il perimetro delle autorità con cui è possibile scambiare informazioni, con il rischio di ridurre l’efficacia complessiva del sistema di prevenzione».
Mafia, giochi e fintech

Lo scambio informativo avviato con la Direzione Nazionale Antimafia, a seguito della riforma normativa del 2017, ha consentito di accrescere l’incisività dell’azione specie in tema di criminalità organizzata. Sono stati introdotti nuovi modelli segnaletici e ulteriori affinamenti nei processi di valutazione con riferimento a specifiche categorie di segnalazioni quali quelle del comparto dei giochi, dei pagamenti con carte e dell’operatività in valute virtuali; forte attenzione è stata dedicata al Fintech e ai sistemi di pagamento, evidenzia la relazione di Clemente.