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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Ancora guai per il presidente catalano Torra

Il Consiglio elettorale centrale ha licenziato Quim Torra, presidente della Catalogna dal suo incarico di vice presidente regionale. Questo dopo la sua condanna – non definitiva al allontanamento da marche pubbliche per un anno e mezzo – per il reato di disobbedienza durante i disordini del 2017 a Barcellona.
Tale decisione, richiesta da PP, Vox e Ciudadanos implica ovviamente la cessazione di Torra come presidente, poiché lo Statuto della Catalogna obbliga il capo dell’esecutivo catalano ad essere un deputato. L’accordo dell’organismo – che è responsabile di garantire la trasparenza e la neutralità dei processi elettorali – potrebbe comportare un problema proprio nella fase finale dell’investitura a premier di Pedro Sánchez.

Il Comitato elettorale ha accettato di “annullare le credenziali del deputato eletto al parlamento della Catalogna dal distretto elettorale di Barcellona di Joaquim Torra i Pla condotto dal Consiglio elettorale provinciale di Barcellona dopo le elezioni del 21 dicembre 2017″. Questo recita l’informativa emessa dall’organo.

Il Consiglio elettorale dichiara che, a seguito della sentenza della Corte superiore catalana, “la causa di inevitabilità conseguente” nell’articolo 6.2, lettera b), della legge organica del regime elettorale generale (Loreg) concorda, per essere stato condannato in una sentenza non definitiva per disobbedienza, un crimine contro la Pubblica Amministrazione, a una pena di sospensione per l’esercizio di cariche pubbliche elettive, “locale, autonomo, statale o europeo, nonché per lo svolgimento di funzioni governative a livello locale, regionale e locale dello stato “. Recita il resto dell’informativa. Nelle prossime ore sapremo se questo ritarderà, bloccherà o influenzerà la creazione di un nuovo governo a Madrid.