• (+34) 655-445-885
  • mail@lucavaccari.com
  • Lun – Ven: 9:00–18:00
  • Avda Amado Granell Mesado, 75 - 5M | 46013 - Valencia (Spagna)

Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Addio a Charles Webb lo scrittore amore del libro The Graduate

Lutto nel mondo della letteratura mondiale. È morto Charles Webb, scrittore americano, poi trasferirsi nel Regno Unito, famoso per il suo romanzo “The Graduate” – Il laureato. Pur avendo scritto una decina di libri, Webb, ano a San Francisco nel 1939 e morto il 16 giugno (ma si è saputo con ritardo ) in una città non precisata del Sussex, in Inghilterra, è sempre stato ricordato per Il laureato, libro che nel 1967 divenne un film accaldatissimo diretto da Micke Nichols e con un giovanissimo Dustin Hoffman,  Anne Bancroft e Katharine Ross, sceneggiato da Buck Henry, scomparso lo scorso gennaio.

Una scena de il Laureato. film del 1967 di Mike Nichols con Dustin Hoffman e Anne Bancroft (nella foto) tratto dal libro omonimo che Charles Webb aveva scritto nel 1963. Webb accettò la modica somma di 20 mila euro per i diritti di sfruttamento cinematografico.

L’incredibile vita di Charles Webb, che guadagnò 20 mila dollari nel 1966 per la cessione dei diritti del suo libro al cinema, è ancora più interessante e stravagante  dei suoi scritti. Lo scrittore a un certo punto della sua vita si dimostrò totalmente disinteressato al successo e soprattutto al denaro.  regalò le sue quattro abitazioni americane, si trasferì in un piccolo centro del Sussex dove visse in anonimato come un indigente, assieme alla moglie, che girava sempre nuda per casa.

Il Laureato nel 1967 guadagnò al cifra record di 100 milioni di dollari (ne era costati 120 mila), cifra che poi in cinquant’anni si è decuplicata, tra diritto e homevideo. Tuttavia Webb mai godette di quelle ricchezze, arrivando a compiere i lavori più umilianti e malfamati per sopravvivere, condannandosi, assieme alla bizzarra moglie, a una lunga serie di privazioni volontarie, di follie familiari, di affamato disagio.

Stephen Charles Webb (1939-2020). Scrittore di una decina di romanzi di successo, figlio di una ricca famiglia californiana, rifiuti l’eredità, regalò case e opere d’arte di famiglia per vedere da indigente con lavori umili assieme alla moglie Eve Rudd, artista. 

Stephen Charles Webb proveniva da una famiglia benestante californiana. Il padre era un avvocato affermato, Charles rifiuta l’eredità paterna. Ma rifiuta anche i privilegi di essere ricco: università della Ivy League e laurea.

Inavvicinabile dalla stampa, in una sua rara intervista nel 2005 al quotidiano inglese Daily Telegraph parlò di  “rifiuto per ogni cosa che era già stata decisa per me. E il Laureato parla anche di un ragazzo nevrotico, maniaco, depresso”.

Webb si laureò  (come il protagonsta del film) presto anche lui, in letteratura al Williams College, in Massachusetts. Ottiene una borsa di studio di scrittura creativa. E nel 1963 dà alla luce “The Graduated”, il “Laureato”. Descrizione della casa editrice: “Un romanzo sulla gioventù di oggi, come non l’avete mai letta”. Dove Benjamin Braddock – alias Dustin Hoffman – è evidentemente un suo alter ego, sebbene Webb abbia sempre tenuto a precisare di non aver mai avuto una storia con “Mrs Robinson” (Anne Bancroft), una donna molto più grande di lui, immortalata nella storia della musica da Simon & Garfunkel, nella fiction moglie del socio del padre e madre di Elaine.

“Mi sono ispirato alla moglie di un collega di mio padre che giocava a bridge”, racconterà poi Webb, oltre a sua suocera che non voleva fargli vedere la figlia, avatar letterario di Elaine, e sua futura compagna di una vita. Ma il padre di Charles non la prende affatto bene, teme che l’opera getti discredito e vergogna a tutta la rispettata famiglia. Allora prende una copia del “Laureato” che gli ha dato il figlio Charles, la scaglia a terra e urla: “È una merda!”.

Un giorno il produttore del film Turman, che finanziò la produzione de il Laureato che decide di finanziare il film del Laureato, incontra Webb, divenuto quasi uno straccione e gli regala 10 mila euro. Lo scrittore li rifiuta, come tutte le successive royalties, donate all’Ong ebraica “Anti-Defamation League”.

Webb rifiuta persino di andare alla premiere del film e regala i biglietti a uno sconosciuto. È solo l’inizio del suo anti-materialismo cosmico e del pauperismo antagonista che segneranno la sua vita: “Quando finisci il denaro è un’esperienza purificatoria”, disse Webb, “perché fa bene alla mente come nient’altro. A volte rimpiangi non avere in banca titoli di Stato o altri beni materiali. Ma poi raggiungi un livello per cui riesci a vedere dentro le cose”.

Oltre a sbarazzarsi delle sue proprietà, dà via anche quelle delle moglie, Eve Rudd, un’artista, discendente dai Pellegrini della Mayflower e eccentrica ereditiera della  East Coast, conosciuta all’università dove entrambi amano lo sceneggiatore censurato Ring Lardner.

Primo appuntamento della coppia: in un cimitero. I Webb si disfano anche di opere d’arte di Warhol e Rauschenberg, ereditate dalle loro famiglie. Tutto regalato a terzi, associazioni o a sconosciuti, pur di sbarazzarsi di qualsiasi bene o avere.

Persino i regali del matrimonio vengono restituiti agli invitati. Charles e Eve Webb iniziano a vivere in motel, in luoghi di fortuna, nell’indigenza o in comuni nudiste (anche in Francia). Fanno gli accattoni e i lavori più umili – dagli operai alla raccolta nei campi. Hanno presto i due figli, John e David.

A un certo punto la moglie Eve, si rade i capelli a zero, si veste da uomo e cambia nome in Fred, in primis contro la “dittatura femminile” cui era sottoposta, e poi in onore di un gruppo di “self-help” per uomini con bassa autostima. I Webb, sempre uniti fino all’ultimo giorno dello scrittore, si sposano nel 1962, nello stesso anno in cui Charles scrive “Il Laureato”.

Alla fine, Charles e Eve divorziano, ma solo formalmente, nel 1981. Il motivo non è chiaro, ma sono due le principali e contrastanti versioni che i due hanno fornito: per protestare contro la legittimità dell’istituzione matrimonio e, seconda ipotesi, per invocare gli stessi diritti anche per le persone dello stesso sesso.

Subito dopo il Laureato, i Webb si trasferiscono vicino New York e in Massachusetts, perché vogliono educare in casa i figli e questo in California non è permesso. Uno dei loro figli, un “performance artist”, un giorno mangerà letteralmente una copia del romanzo capolavoro di suo padre con la salsa di mirtilli. È l’inizio di una vita povera e peripatetica, di un nomadismo operaio e situazionista.

Più tard, il trasferimento in Francia, il ritorno in America e infine, dal 1999, l’Inghilterra. “Perché ci sembrava un bel posto, anche se non conoscevamo nessuno”. Prima Brighton in un monolocale sopra un negozio di cibo per animali, poi in una casetta misera nella vicina Eastbourne, nell’East Sussex.

Charles Webb ha uno stile distaccato e idiosincratico che non riuscirà ad adattare ai romanzi successivi: “Affettuosamente, Roger” (1969), “Il matrimonio di un giovane agente di cambio” (1970), “Orphans and Other Children” (1975), “The Abolitionist of Clark Gable Place” (1976), “Elsinor” (1977), “Il grande slam” (1979).

I libri vanno male, anche perché Webb rinuncia alle promozioni (“sarebbe come cibare mucche con carcasse di mucche pazze, il mondo editoriale vuole sempre, sempre di più!”) e addirittura rifiuta di far scrivere sulle copertine “dall’autore del Laureato”: “Sarebbe stato sfruttamento”, spiegherà in seguito.

Curiosamente, però, gli ultimi due romanzi lo fanno riemergere dalla palude editoriale in cui si era volontariamente infilato. Nel 2002 è il turno di “Volare via”, amato da Nick Hornby, che sarà il film “Hope Springs” con Colin Firth. I soldi ricavati, però, Webb li regala per l’istituzione di un nuovo premio per le “minoranze creative” che andrà all’artista inglese Dan Shelton: il quale, come opera d’arte vincente, spedirà se stesso alla Tate Britain sigillatosi in un pacco.

Infine, nel 2007, l’attesissimo sequel del Laureato, e cioè “Home School” (in italiano “Bentornata, Mrs. Robinson”) che il Times serializza, aiutandone la pubblicazione e finanziando la causa legale con Canal+ per i diritti ceduti negli anni Sessanta. Webb racimola 30mila sterline con cui paga i debiti ed evita lo sfratto. Il resto, lo regala ancora una volta al primo che passa.

Rimpianti? “No”, spiegò sempre al Daily Telegraph, “se avessi avuto 100 milioni di dollari li avrei buttati via con la stessa velocità di 20mila”.