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Un professionista che non apporta soluzioni è parte del problema.

Ada Colau fa il bis a Barcellona, nominata sindaco

Ada Colau ce l’ha fatta. Nonostante il calo di consensi dovuto alla crisi interna all’alleato Podemos, la sindaca di Barcellona è stata rieletta grazie ad un accordo governativo con il Partito socialista della Catalogna (PSC) e all’appoggio di Manuel Valls, l’ex premier francese che ha origini catalane. L’elezione a sindaca sabato 15 giugno è stata quindi possibile grazie ai 10 consiglieri ottenuti dal suo gruppo, uniti agli 8 dei socialisti, più i 3 della lista di Manuel Valls. Lo scorso 28 maggio era stato letto con una differenza di meno di 5 mila voti Ernest Maragall per la Sinistra Repubblicana Catalana (Erc).
Per la prima volta il capoluogo della Catalogna sarà amministrato da un rappresentante di una lista che non è stata la più votata. I risultati amministrativi del 26 maggio non avevano visto emergere un vincitore: primi si erano posizionati per soli 4.833 voti gli indipendentisti di Esquerra Republicana guidati da Ernest Maragall (che avevano ottenuto anche loro 10 consiglieri), seguiti da Barcelona en Comù di Colau e dal Partito socialista.
A Plaza de Sant Jaume, di fronte al municipio, si sono riunite molte persone. Mentre ci sono i sostenitori di Ada Colau che festeggiano la riconferma, gli indipendentisti protestano invece contro la sindaca chiedendo la libertà per Joaquim Forn, l’ex consigliere dell’Interno imprigionato. Parte degli elettori di Manuel Valls sono infine contrari alla vittoria di Ada Colau grazie ai voti dell’ex primo ministro francese.
Madrid nel frattempo vira a destra. Il nuovo sindaco della capitale spagnola è Jose Luis Martinez-Almeida, del partito Popolare, grazie ai voti dei liberali di Ciudadanos e dell’estrema destra di Vox. La candidata di Ciudadanos Begona Villacis è stata eletta vice sindaco.
Dopo quattro anni di governo di Manuela Carmena, esponente di un movimento civico legato alla sinistra radicale di Podemos, si tratta di un netto cambio di direzione che segue le volontà popolari espresse dal voto del 26 maggio. I 15 consiglieri conquistati al voto dal Partito popolare, si sommano così agli 11 di Ciudadanos e ai 4 di Vox. La lista Mas Madrid della Carmena aveva ottenuto 19 consiglieri ma non aveva possibilità di creare alleanze di sinistra. A penalizzarla era stata probabilmente la vicinanza con Iñigo Errejón, l’ex braccio destro di Pablo Iglesias, in rotta con Podemos.